La ferrovia iblea e la nuova funzione da attuare per fare ripartire lo sviluppo

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Gianni Iurato

“Che la costanza nella promozione e realizzazione delle grandi infrastrutture-vie di comunicazione non sia stata una caratteristica della politica locale mi sembra che sia lapalissiano. Mediamente, ci sono voluti 40 anni per vedere ripartire i lavori dell’autostrada Siracusa-Gela, altrettanti per l’aeroporto di Comiso e il porto di Pozzallo e per ultima l’autostrada Ragusa-Catania che proprio quest’anno si è vista assegnata per la sua realizzazione un finanziamento di circa 800 milioni di euro. Tutte opere che, se realizzate in tempo, in armonia con i bisogni del tempo che le hanno ispirate, avrebbero già cambiato la fisionomia economica-sociale del Sud Est da anni. Non altrettanta fortuna e interesse politico ha avuto la nostra amata ferrovia iblea rispetto a cui i collegamenti con il “resto del mondo” sono pressoché invariati dalla fine dell’800, data della sua costruzione”. Ad affermarlo è il consigliere comunale della lista civica Ragusa Prossima, Gianni Iurato, il quale spiega: “In questo ultimo trentennio organizzazioni sindacali di ferrovieri, libere associazioni di pendolari e di persone di buona volontà hanno lottato eroicamente per scongiurare la sua chiusura e per l’ammodernamento della tratta e dei relativi servizi, ma la politica nazionale, regionale e locale non è certamente stata all’altezza di guardare oltre rispetto agli attuali collegamenti territoriali ottocenteschi”.

“Oggi – continua Iurato – oltre a salvaguardare la tratta ferroviaria originaria unitamente al recupero delle storiche stazioni e alle loro strutture di servizio, vandalizzate giornalmente perché abbandonate al loro destino di degrado strutturale, bisognerebbe studiare con urgenza un piano sostenibile per fare uscire dall’isolamento la tratta Siracusa-Licata e dare un senso nuovo, una nuova vitalità all’economia e in particolare al trasporto di merci, turisti, persone in tempi più ragionevoli e collegando altresì la ferrovia con importanti porti e aeroporti siciliani come l’aeroporto di Comiso e Catania e perché no con il Porto di Pozzallo. Secondo me, sarebbe importante scommettere su una nuova linea ferroviaria non elettrizzata che dovrebbe collegare, partendo dalla stazione ferroviaria di Comiso, l’aeroporto di Comiso con l’aeroporto Fontanarossa e quindi proseguendo per Catania Centrale. Circa 50 km di nuova ferrovia che si andrebbe a collegare a Vizzini Scalo con la già esistente tratta ferrata Vizzini-Catania (attualmente sono 45 km di ferrovia che si percorrono in 55 minuti con un costo di circa 8 euro a persona). Il collegamento dei due aeroporti con il treno diventerebbe una scelta strategica, in quanto si sosterrebbero a vicenda nelle criticità atmosferiche-calamità naturali, oltre a veicolare direttamente nel Sud-Est turisti, merci, persone in tempi decisamente più brevi, da e per località turistiche siciliane rinomate o porti commerciali. Inoltre, con una ulteriore valutazione costi-benefici, si potrebbe ipotizzare di collegare attraverso una tratta ferroviaria di appena 3-5 km il porto di Pozzallo con la stazione ferroviaria di Pozzallo, sempre a beneficio di merci, container, turisti da e per Malta e non solo da Malta. Per realizzare ciò, i sindaci dei vari territori interessati devono iniziare a dialogare, iniziare a progettare al di là dello stretto interesse istituzionale per le loro città, consapevoli che lo sviluppo di un intero territorio non è solo opera di relazioni del singolo, ma opera di più comunità che hanno capito che la loro “casa” è il mondo. Auspico che questa riflessione pubblica possa innescare nel territorio ibleo un interesse politico concreto nella deputazione, nei nostri sindaci, per iniziare un vero processo di rilancio della nostra storica ferrovia, attraverso queste due nuove tratte ferroviarie che la farebbero uscire dal centenario isolamento (attualmente il costo medio al km per una tratta non elettrificata, in territorio con poche pendenze, in assenza di profonde gallerie e rilevati, è di circa 2-3 milioni di euro)”.