Soffiasogno esiste davvero, e si trova alla biblioteca comunale di Ragusa

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All’interno della biblioteca comunale di Ragusa “Giovanni Verga”, in via Zama, c’è uno spazio dedicato ai bambini. Un luogo pieno di colori, immagini, bellezza e soprattutto libri, circa cinquecento albi illustrati a disposizione dei piccoli, e grandi, utenti della biblioteca. Si chiama Soffiasogno ed è stato pensato, voluto e realizzato da due donne, due consulenti familiari con una visione molto precisa di cosa debba essere uno spazio pubblico e di quale sia il valore della lettura per lo sviluppo della persona.

Francesca Aparo e Roberta Nicastro sono le responsabili di questo spazio e le organizzatrici delle varie attività che vi si svolgono da quando è stato aperto, a gennaio 2017. Ma l’idea di Soffiasogno nasce molto tempo prima, almeno nelle menti delle sue creatrici, che per anni hanno continuato a proporla alle istituzioni senza mai trovare ascolto. Nessuno dei loro interlocutori l’aveva ritenuta una priorità per la città di Ragusa, finché l’ex sindaco Federico Piccitto non la prese talmente sul serio da avviarne la realizzazione in brevissimo tempo.

“L’idea era quella di creare affezione alla biblioteca pubblica specialmente nei bambini, facendo sì che potessero considerarla un luogo a loro misura”, spiega Francesca Aparo. “Ricerche nel campo della pedagogia e della psicologia hanno dimostrato che i lettori adulti sono per lo più ex bambini a cui qualcuno ha raccontato qualcosa. L’attività principale di Soffiasogno è proprio quella del raccontare, che nasce dalla relazione tra persone, sempre più sostituita oggi da altre forme di narrazione, soprattutto i video, che però sono una cosa molto diversa. Nella narrazione orale si riconoscono e si rispecchiano le emozioni di chi racconta e di chi ascolta. Gli albi illustrati che utilizziamo sono sempre più belli e curati, con poche, essenziali parole, quelle giuste che ci vogliono, e soprattutto immagini. Sembrano aprirti una porta dell’anima, ti danno un messaggio che arriva subito, ti mettono in contatto con quello che stai provando, a differenza di altre esperienze.”

‘Raccontare per raccontarsi’ è dunque la formula sperimentata in questi anni di gestione di Soffiasogno e che è diventata un vero e proprio metodo, un modello da studiare e applicare in diversi contesti. Tanto che l’Università di Catania quest’anno ha invitato Francesca Aparo e Roberta Nicastro a tenere delle lezioni alla Facoltà di Scienze della formazione e al master di primo livello sull’Organizzazione e gestione delle istituzioni scolastiche in contesti multiculturali.

Le attività rivolte alle scuole costituiscono una grossa fetta del lavoro svolto da Soffiasogno. La mattina lo spazio della biblioteca ospita gli alunni delle scuole dell’infanzia, primarie e medie, una classe alla volta, per far vivere loro l’esperienza dell’ascolto su un tema suggerito dall’insegnante e intorno al quale si costruisce un percorso narrativo attraverso gli albi illustrati. “I laboratori durano circa due ore, i ragazzi escono fuori da questa esperienza come se avessero fatto un lavoro su se stessi”, racconta Aparo. “Si crea un clima di intimità che va tutto a beneficio della classe. Anche gli insegnanti ne escono molto soddisfatti perché hanno la possibilità di osservare gli studenti con uno sguardo diverso, sotto un aspetto nuovo, che non vedono a scuola. Nella classe, dopo questa esperienza, spesso cambiano tante cose, si modificano le dinamiche.”

I pomeriggi del martedì e giovedì (gli altri giorni della settimana la biblioteca, deplorevolmente, apre solo la mattina) sono invece aperti a tutti i bambini e alle loro famiglie. L’anno scorso, durante il periodo di chiusura forzata, Francesca e Roberta si sono inventate nuovi modi per mantenere vivo il contatto con gli utenti, affinché non si disperdesse il capitale di relazioni costruite nei tre anni precedenti. Uno di questi è stato il prestito degli albi, il martedì, che ha funzionato molto bene e infatti continua ancora oggi nonostante le attività siano tornate a regime.

L’altro modo è la ‘farmacia letteraria’, un servizio di consulenza telefonica dedicato, ogni giovedì pomeriggio, ai genitori per parlare delle difficoltà vissute in famiglia durante il periodo particolarmente duro del lockdown. Un momento di ascolto qualificato e competente, al quale hanno fatto ricorso molte mamme, soprattutto quelle più giovani. Al termine della consulenza, si suggerivano dei percorsi di lettura utili ad affrontare le problematicità emerse, con la possibilità di prendere in prestito gli albi consigliati il martedì successivo. Anche questo servizio, apprezzatissimo, continua tutt’oggi.

Quando finalmente si è potuto tornare alla normalità e la biblioteca ha riaperto le porte, sempre il giovedì pomeriggio sono ripartite varie attività in presenza, che coinvolgono non solo i più piccoli, ma anche genitori e nonni. L’ultima nata è un gruppo di lettura di albi illustrati dedicato ai soli adulti che prenderà il via domani 4 novembre alle 17 e proseguirà ogni primo giovedì del mese. L’iniziativa è partita da alcune mamme ed è aperta alla partecipazione attiva di tutti. Si sceglierà insieme il nome del gruppo e il tema su cui confrontarsi incontro dopo incontro. Il tema scelto per il primo incontro è lo ‘sguardo’. Un altro tassello che si aggiunge al mosaico di belle idee e buone pratiche di Soffiasogno.