Ospedale di Modica: pochi anestesisti, interventi rinviati. La denuncia della Cgil

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La Cgil ha indirizzato una lettera aperta, a firma di Giuseppe Scifo, Salvatore Terranova e Duilio Assennato, al direttore generale dell’Asp di Ragusa, Angelo Aliquò, manifestando una serie di criticità all’ospedale Maggiore di Modica. La riportiamo integralmente:

“La Cgil ha posto, da anni ma con più determinazione nei mesi scorsi, la questione della sanità ragusana all’attenzione del territorio ragusano e alle sue istituzioni. Evidenziando le criticità rinvenute in tutta la sua articolazione, nel suo sistema organizzativo, dalla medicina ospedaliera a quella territoriale. E lo ha fatto in una ottica costruttiva, sforzandosi di mantenere un profilo dialogante ma determinato, sia col territorio sia con il Direttore dell’azienda sanitaria.

Ha evidenziato in particolare le grandi difficoltà che quotidianamente si riscontrano nella gestione del Pronto soccorso di Modica, chiedendone ripetutamente il potenziamento sia in termini di risorse umane che di qualità nella erogazione dei servizi sanitari agli utenti.
Sappiamo che Ella è  intervenuto promuovendo un possibile riassetto del Pronto Soccorso in funzione delle unità date, ma dobbiamo prendere atto che non sono stati raggiunti standard più alti in termini generali su questo punto fondamentale delle politiche sanitarie. Ciò non vuol dire attribuirLe responsabilità, perché siamo consapevoli che il sistema sanitario dipende sempre più da scelte pensate, attuate o meno, a livello regionale. Noi abbiamo il dovere di porre in chiaro ciò che è  oggi il livello della sanità nel suo complesso e su questo non possiamo esimerci. Semmai intendiamo ancor di più alzare le antenne dell’attenzione sulla sanità, chiamando alla responsabilità che gli pertiene l’Assessorato regionale alla Sanità.
Non ci siamo limitati soltanto a rilevare questo aspetto, implicitamente abbiamo anche posto in risalto la relazione del Pronto soccorso con i vari Reparti. Oltre a dover ben funzionare il Pronto soccorso, devono essere bene adeguati anche i Reparti. Questi, oltre alle criticità interne, su cui faremo un focus più avanti, sembrano essere soggette anche a difficoltà derivanti molto spesso dal fatto che la penuria di anestesisti non gli consente di programmare debitamente gli interventi chirurgici.
Non è raro che si verifichino interventi già programmati che vengono differiti perché non ci sono anestesisti disponibili o che non si possano programmare, anche se necessario intervenire subito, perché mancano gli anestesisti. Non ci soffermiamo ad elencare altri casi in cui per mancanza di anestesisti non può avviarsi la programmazione complessiva degli interventi chirurgici, fatto che costringe i pazienti a rinvii sine die, spingendoli a rivolgersi altrove.
Questa precaria organizzazione degli interventi a nostro avviso mette in difficoltà gli operatori sanitari, a partire dai chirurghi che devono effettuare spesso gli interventi in una condizione di minore serenità.
Si accetti o meno, il dato è  questo. L’Ospedale di Modica vive quotidianamente di queste disfunzioni, in parte legate a una non buona organizzazione, ma anche dovute ad una ormai inveterata scelta di fornire al nosocomio modicano neanche lo stretto necessario, sia sotto il profilo della dotazione professionale che infrastrutturale. Invero ciò avviene non solo per l’Ospedale di Modica, ma anche per quello di Vittoria, e forse anche per quello di Ragusa.
Una scelta – per carità- che parte da lontano e che vede, purtroppo, i suoi frutti amari nel presente. Ma ora bisogna invertire il corso.
Non possiamo soggiacere a questo stato di fatto, perché la base del territorio, ossia i cittadini, vivono sulla loro pelle le disfunzioni del sistema sanitario e chiedono di farci carico della problematica.
Abbiamo pensato, per questo motivo, di scriverLe e soprattutto chiederLe un incontro, al fine di poter dare una definizione ottimale ad un servizio essenziale per la sanità, quello di un organico adeguato di anestesisti al Maggiore di Modica. È chiaro che l’urgenza in questo momento è  fortemente legata al sottodimensionamento di questa figura sanitaria, ma oltre agli anestesisti, occorre evitare la sistematica spoliazione  sanitaria di un territorio investendo in mezzi e soprattutto in risorse umane”.