Il nuovo corso di Arcigay, il primo anno di presidenza di Andrea Ragusa

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Un anno fa, con l’elezione del nuovo presidente e il rinnovamento del direttivo, iniziava una nuova fase per la sezione provinciale di Arcigay, associazione presente da anni sul territorio e tuttavia rimasta in sordina per diverso tempo. Da allora Arcigay Ragusa ha acquisito visibilità non solo in occasione della manifestazione per eccellenza che vede protagonista la comunità LGBTQI+, il Pride, ma per le tante iniziative pubbliche svolte negli scorsi mesi che hanno riacceso l’attenzione sui temi dell’identità di genere, dell’uguaglianza dei diritti e del rispetto delle differenze, della omolesbobitransfobia, della salute e molto altro ancora. Un fermento che mancava nella nostra provincia e che finalmente apre spiragli alla possibilità di una società più aperta e inclusiva. Ne abbiamo parlato con il presidente provinciale Andrea Ragusa.

Andrea, è già passato un anno dall’insediamento del nuovo direttivo e dall’inizio del tuo mandato come presidente di Arcigay Ragusa. Qual è la direzione che hai voluto imprimere all’associazione e quali sono i progetti che avete messo in campo?

È già passato un anno? Questo tempo sembra essere volato anche se posso affermare con certezza che mai è stato un tempo improvvisato. Quasi sempre invece un tempo vissuto al massimo, totalmente abitato. La nuova direzione è soprattutto quella di una presenza che sappia incidere, sovvertire, creare percorsi e dinamismi nuovi. Non part-time o in maniera sporadica ma quotidianamente. Il tempo dell’attivismo non è disgiunto dalla vita quotidiana. È un tempo scelto con consapevolezza. Mi hanno fatto sempre paura le intermittenze. Ecco perché il nuovo corso di Arcigay Ragusa vuole essere anche un nuovo corso fatto da persone appassionate e appassionanti: abbiamo bisogno di una nuova generazione di persone attiviste serie, corrette, informate. Che scelgano di esserci per convinzione e non per convenzione. Progetti come quello di Orgoglio in Movimento sono pensati per arrivare a tutte le persone nei diversi territori della provincia. Ci spostiamo di volta in volta in luoghi diversi per sovvertire i vecchi modus operandi: non aspettiamo che le persone e la comunità LGBTQI+ vengano da noi. Andiamo noi da loro. Perché, per utilizzare le parole della nostra Presidente nazionale Natascia Maesi: “Arcigay continuerà a scegliere il margine anziché il centro come punto di vista sul mondo”.

Venerdì 12 maggio avremo proprio Natascia Maesi al BAM di Ragusa a sostegno del percorso che porterà al Pride 2023. Come pensi sia cambiata anche a livello nazionale l’associazione con l’elezione di Maesi?

Con l’elezione a novembre 2022 di una donna come Presidente nazionale di Arcigay, associazione che è nata nel 1980, quindi più di 40 anni fa qui in Sicilia, c’è stata una svolta significativa che sottolinea il cambiamento dei tempi e del clima sociale. È iniziato un lavoro politico con il fine di rimettere al centro delle battaglie LGBTQI+ anche questioni femministe e transfemministe fondamentali. Questo sta contribuendo alla crescita di un’associazione che deve mettere al centro la difesa dei diritti di ogni persona, proprio per colmare la differenza che esiste in Italia tra paese reale che è molto avanti e paese legale che è molto indietro in quanto non difende i diritti di ogni persona.

A proposito di paese reale, tra venti giorni si terranno le elezioni amministrative in quattro comuni della provincia di Ragusa: cosa dovranno fare i prossimi sindaci o le prossime sindache dei Comuni chiamati al voto per la comunità LGBTQI+?

Dovranno difendere i diritti di ogni cittadinə senza alcuna discriminazione. Auspico che ci sia una predisposizione al dialogo con le varie associazioni proprio per appianare questa disparità di diritti. Molto importante sarebbe ad esempio l’istituzione del Registro comunale di genere che difende il diritto di ogni cittadinə all’autodeterminazione del proprio genere, perché essere riconosciuti come persone con il proprio nome di elezione è fondamentale. Inoltre lottare contro la decisione del Governo nazionale di andare contro le famiglie omogenitoriali e il loro diritto a riconoscere i propri figli.

L’anno scorso si è svolta la prima edizione del Ragusa Pride, con un successo in termini di partecipazione che ha superato di gran lunga le aspettative. Un segnale che anche da noi la cultura sta cambiando. So che Arcigay, insieme alle altre associazioni che fanno parte del Comitato organizzativo, sta lavorando all’edizione 2023, che si svolgerà dal 29 giugno al 1° luglio. Puoi darci qualche anticipazione?

Differenze, unicità, bellezza” è lo slogan del Ragusa Pride 2023. Vorrei riecheggiasse dappertutto perché ognunə di noi è differente, unico e bello. Ed è differente, unico e bello anche chi non si riconosce nella forma linguistica da me precedentemente utilizzata. Sarà un Ragusa Pride radicato nel contesto storico attuale e cercheremo di rispondere a domande importanti, del tipo: “Di cosa c’è bisogno?”

Ci sarà bisogno di noi che scendiamo unitə in piazza perché il Pride è la più grande manifestazione intersezionale che io conosca.

L’unico spoiler che mi sento di fare è: famiglie omogenitoriali.