C’è chi luce e chi no

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Le elezioni comunali degli Anni Sessanta e Settanta, nel Modicano ma, anche nel territorio della provincia, più che essere caratterizzati da colpi di scena, annunci choc e campagna acquisti di un calciatore-cannoniere (oggi si chiama top player), erano accompagnate da …fatti. Altro che promesse. Allora, durante i comizi nelle piazze, i candidati stavano attenti a spararle grosse. Il faccia a faccia era reale: il pubblico, l’elettore potenziale era lì, sotto il palco, e l’aspirante consigliere comunale – o il papabile “anorevole” (nel gergo popolare era proprio così, con la “a” al posto della “o” iniziale) – avrebbero potuto rischiare, come minimo, una bella pernacchia se avessero urtato la suscettibilità della platea con delle affermazioni prive di buon senso. E il politico esperto prometteva, ma con prudenza, sapendo, soprattutto, di parlare anche a molti elettori che, la domenica, arrivavano dalle zone di campagna. Dopo una settimana di duro lavoro nei campi, infatti, non avrebbero gradito sproloqui. Volevano fatti concreti. Quali? E’ presto detto: le strade da asfaltare e la luce elettrica. Dalla piazza un mormorio: di approvazione o di scetticismo? Dal palco, il candidato ci metteva il “carico” e annunciava, con voce solenne, di avere già compiuto tutti i passi necessari. Di più. “Da domani gli operai del Comune e quelli dell’Enel posizioneranno i pali della luce nei terreni e arriverà anche la ditta per asfaltare le strade. Fatti, non parole”. L’applauso partiva convinto dal gruppo di tesserati e simpatizzanti che avevano preso posto proprio sotto il palco. Applaudivano anche quelli che stavano dietro: solidali più che convinti! Come si addice a chi ha nel sangue la cultura contadina, meglio non sbilanciarsi troppo.

Il dubbio che le promesse ascoltate la domenica in piazza non si sarebbero trasformate in fatti si sarebbe dissolto a metà settimana quando, di buon mattino, gli abitanti delle contrade di campagna avrebbero visto, adagiati accanto ai muri  a secco, decine di pali della luce e, sul ciglio della strada, mucchietti di bitume, pronti per essere “spalmati” sulla pubblica via. Tutto vero, allora? “Arriva la luce”, e la lieta notizia passa di bocca in bocca mentre il suono dell’altoparlante montato su una rumorosa automobile annuncia il comizio domenicale del candidato che ha “portato la luce in campagna”.

E’ l’ultimo appuntamento festivo in piazza prima della chiusura della campagna elettorale e il candidato raccoglie i consensi e gli applausi convinti anche dalle ultime file: potenza dei pali della luce e dei mucchietti di bitume sparsi qua e là per le campagne.

Il candidato “illuminante e illuminato” viene eletto e, nel comizio di ringraziamento, rassicura sull’imminente inizio dei lavori per la luce e le strade. “Le promesse si mantengono, grazie per la fiducia che mi avete concesso. Sono sempre a vostra disposizione, la mia segreteria è aperta a tutti. Anche a chi non mi ha votato”.

La piazza si svuota e le bandiere con le insegne del partito sventolano ancora. Nelle contrade ancora al buio i pali della luce adagiati vicino ai muri a secco possono essere ammirati, naturalmente, solo di giorno.

Poi, una mattina, un segnale preoccupante: i pali non ci sono più. Chi li ha portati via? Si diffonde una voce allarmante: sono stati rubati. “Una banda venuta da fuori, forse di catanesi, li ha caricati su un camion”. L’indiscrezione arriva dal parroco e viene ritenuta attendibile. I contadini sembrano un po’ scettici ma, alla fine, accettano la spiegazione e sperano nelle indagini delle forze dell’ordine. Oltre che, naturalmente, nell’impegno futuro del bravo “anorevole”.

Oggi, per fortuna, è più difficile spostare i pali della luce e molte strade di campagna (forse troppe) sono illuminate. Di contro, tante strade di Modica  sono al buio. Noi, adesso, non pretendiamo di vedere i pali. Ma, almeno, sostituite le lampade bruciate.

O è ancora necessario rivolgersi al classico “anorevole”?