Omicidio colposo nei confronti di un neonato: medici a processo

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E’ stato rinviato al 17 maggio l’inizio del processo a carico di due medici,  G.A. 42 anni  e A.P. di 39 , difesi rispettivamente dagli avvocati Rinaldo Occhipinti e Raffaele Pediliggieri (nella foto), entrambi accusati di omicidio colposo. Occhipinti, infatti, ha eccepito la irregolare costituzione di parte civile delle persone offese, ovverosia i genitori del piccolo mai nato. La triste vicenda risale alla sera del 13 luglio del 2010 quando M.D.L. 38 anni e residente a Pozzallo, non sentendosi bene, con il marito M.P. 41 anni, si recava al Maggiore di Modica. Qui veniva visitata dal ginecologo G.A. che però, stante le accuse, non eseguiva gli accertamenti necessari ad evidenziare lo stato di pericolo di vita nel quale si trovava il feto. Quest’ultimo, infatti,  pativa d’ipossia in quanto aveva il cordone ombelico attorcigliato attorno al collo. L’accusa sostiene che lo specialista del nosocomio modicano, anziché rimandare a casa la coppia,  avrebbe dovuto ricoverare la donna e praticarle un parto cesareo d’urgenza. A rispondere del reato di omicidio colposo è stata chiamata anche A.P. in quanto medico di base della donna che aveva avuto in cura la gestante fino alla 35° settimana di gravidanza. Nonostante le circa 20 ecografie che la dottoressa le aveva eseguito nel corso della gravidenaza, questa non s’accorgeva che non si individuasse il cordone. Insomma, la patologia patita dal nascituro si sarebbe potuta individuare sin dai primissimi mesi. Non insorse, dunque, improvvisa.