Il secondo circolo del Pd ragusano rompe il silenzio

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I cosiddetti “dissidenti”, nonostante le previsioni si siano tutte avverate, si definiscono comunque sconfitti poiché il Partito Democratico è uscito davvero ridimensionato dal riscontro delle urne.
“In pochi anni il numero del gruppo consiliare si è assottigliato drasticamente – sottolinea Gianni Battaglia – riducendosi a soli due rappresentanti, nessuno dei quali rappresentativi della segreteria. Il consenso del partito è ai minimi storici in città ed è assurdo apprendere dalla stampa che il nostro segretario rifarebbe tutte le scelte che hanno determinato questo tracollo. Crediamo invece che dovrebbe assumersi la responsabilità ed agire di conseguenza”.
“Invito tutti a non essere così sorridenti – esordisce Mimmo Barone, tra i promotori della costituzione del secondo circolo democratico – perché di fatto abbiamo perso le elezioni, sebbene abbiamo contribuito al fallimento di quella che avevamo per tempo definita una operazione trasformistica con la quale l’intero centrodestra pretendeva di governare la città con il timbro del centrosinistra. Il plebiscito in favore di Federico Piccitto è stato un referendum cittadino contro un certo modo di fare politica. Affronteremo adesso la fase congressuale e questo circolo vuole partecipare alla vita politica nazionale segnata da temi di rilevantissima importanza”.
Parola anche a Valentina Spata, protagonista negli ultimi giorni di una vicenda che si è trasformata in caso nazionale. La cosiddetta espulsione dal partito per aver dichiarato di appoggiare il candidato sindaco opposto a quello indicato dal Pd, sebbene si sia rivelata senza fondamento poiché lo statuto non lo permette, ha evidenziato un clima politico irrespirabile.
“Mi hanno molto commossa i tantissimi attestati di solidarietà – sottolinea – per il coraggio che ho dimostrato. Non ho mai tradito il Partito Democratico e avrei preferito vedere le nostre bandiere sventolare sotto il Comune lunedì pomeriggio. Sono felice di avere contribuito comunque alla liberazione della città di Ragusa. Ora possiamo ricostruire il Pd, rispettando la volontà dei fondatori di allargare il dibattito alla società civile. La stagione dei congressi sarà fondamentale e mi auguro che le altre parti Pd contrapposte al Segretario facciano la loro parte”.
“Nessun dirigente del partito, da Crocetta a Lupo a Calabrese, si è ancora assunto la responsabilità del fallimento a Ragusa – sottolinea Battaglia – . Una gestione disastrosa anche dell’ultima fase elettorale in cui il Pd ha accettato un accordo politico con Ciccio Barone ma non ha pensato di garantire una rappresentanza in consiglio comunale obbligando la coalizione a stringere un apparentamento tecnico. Ci ritroveremmo adesso con il gruppo consiliare più numeroso e quindi il primo interlocutore dell’amministrazione”.
“Queste elezioni hanno evidenziato ancora una volta – conclude Angela Barone – come il nostro elettorato non sopporti più un certo modo di fare politica, una mera alleanza per il potere che ha allontanato anche il più moderato degli elettori iblei. A questo punto ci aspettiamo un passo responsabile del segretario cittadino”.