Dissequestro del Marsa Siclà. La versione della proprietà

3

La buona notizia è che la struttura turistica “Marsa Siclà residence” situata a Sampieri (nel territorio di Scicli, in provincia di Ragusa), torna pienamente operativa dopo il dissequestro avvenuto lo scorso 17 luglio. Come annunciato stamani in conferenza stampa, domani l’apertura ufficiale e l’arrivo dei primi turisti sia italiani che stranieri. La struttura riapre a seguito del dissequestro ordinato dalla Corte di Cassazione tramite un dispositivo con cui “si annulla l’ordinanza impugnata e il decreto di sequestro preventivo del Gip del tribunale di Catania del 17 gennaio 2013 e si dispone di restituire i beni agli aventi diritto”. Come si ricorderà, a seguito di indagini avviate inizialmente dalla Procura di Modica, la struttura fu posta sotto sequestro assieme all’attiguo villaggio turistico Baia Samuele e, successivamente, al villaggio turistico Marispica, lungo la fascia costiera di Ispica. Queste ultime due strutture restano ancora con i sigilli mentre la Corte di Cassazione, accogliendo il ricorso presentato dal collegio difensivo composto dagli avvocati Giorgio Floridia, Andrea Palazzolo e Enzo Galazzo, ha disposto la riapertura di Marsa Siclà, bellissima struttura con 220 posti letto. Va ricordato che il sequestro ha riguardato anche le villette di proprietà privata senza che ai proprietari sia mai stato notificato alcunché. Durante i vari mesi di stop forzato, anche a seguito della diffusione di alcune notizie, si è ingenerato nell’opinione pubblica il binomio villaggi turistici e inquinamento del mare. Anche in questo caso va ricordato che nessuna accusa di questa natura è stata avanzata dalla magistratura. E del resto, proprio in questi giorni, l’Asp ha confermato che il mare ibleo non è inquinato. Poter riaprire solo ad agosto, quando tutti hanno già programmato le proprie ferie e le proprie vacanze, è chiaramente un danno. Secondo un calcolo ancora provvisorio, Marsa Siclà ha finora subito un danno di circa due milioni di euro dovuto alla cancellazione delle prenotazioni e alla risoluzione dei contratti con alcuni tour operator che si occupano dell’arrivo in Sicilia di turisti stranieri. Già quando a gennaio la struttura è stata sequestrata, vi erano delle prime prenotazioni per circa 600 mila euro di introiti già garantiti che sarebbero poi cresciuti via via nei mesi con l’arrivo della bella stagione. Così non è andata. Ma l’entità dei danni va estesa anche all’indotto con aziende che lavorano da anni con Marsa Siclà e che avevano fatto dei propri investimenti, costrette a ridimensionarsi e a non assumere gli stagionali, così come, potendo contare su percentuali di prenotazioni decisamente basse, Marsa Siclà ha potuto confermare il contratto di lavoro solo per il 50% dei lavoratori stagionali. In questi giorni si è operato per risistemare al meglio la struttura che riparte dopo mesi di fermo e dopo gravi danni subiti durante il sequestro, come il pesante furto di centinaia di metri di cavi elettrici e l’incendio dello chalet a mare. Nel frattempo la direzione si è già attivata per una serie di proposte convenienti per i clienti con prezzi assolutamente contenuti per una settimana di soggiorno compresa la mezza pensione. Al via accordi con dei tour operator per dei last minute così come molti turisti stranieri che nel corso dei mesi erano stati riprotetti presso altre strutture, hanno chiesto di essere nuovamente trasferiti al Marsa Siclà. Probabilmente alla società di gestione sarebbe convenuto economicamente restare chiusi per questa stagione estiva, ma si è voluto a tutti i costi riaprire per dare un segnale al territorio e per offrire comunque una proposta turistica anche alla luce dell’apertura dell’aeroporto di Comiso. Come è stato ribadito stamani in conferenza stampa da Carlo Cartier, che ha parlato in rappresentanza della società di gestione, dall’avvocato Enzo Galazzo e dal perito Andrea Giannone che ha fornito tutti i particolari tecnici, fin da subito la struttura si è messa a disposizione degli organismi inquirenti. Smentite dunque le voci secondo le quali da parte di Marsa Siclà c’erano delle resistenze. Non è stato così, anzi si è vista di buon occhio un’indagine che si occupasse di presunti inquinamenti in mare, proprio perché il mare è per questo territorio e per i turisti una risorsa. Di certo non ci si immaginava un sequestro andato per le lunghe e con prolungamenti delle indagini. L’avvocato Galazzo ha inoltre spiegato che si sta valutando di avanzare una richiesta di risarcimento danni nei confronti di chi ha eventualmente indotto la magistratura a considerazioni errate. Per i legali si potrebbe appalesare un caso di “malagiustizia”. Tornando ad essere operativi, la direzione della struttura non può esimersi dal ringraziare innanzitutto il personale di Marsa Siclà che ha mostrato sempre dedizione al proprio lavoro e ha offerto massima collaborazione, dando il proprio consenso al pagamento posticipato dei propri emolumenti. Vanno poi ringraziati l’intero apparato del Comune di Scicli così come la Forestale che hanno collaborato in questa fase di riavvio delle attività.