I tifosi reclamano il ritorno di Rimmaudo

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Per la serie si stava meglio quando si stava peggio. I tifosi del Ragusa invocano a gran voce il ritorno di Giuseppe Rimmaudo. Gli stessi che la scorsa primavera lo contestavano in tribuna dicendogli di andarsene, gli stessi che hanno applaudito e accolto come il salvatore della patria tale Enzo Vito, venuto “a miracol mostrare” dalla Calabria. La coerenza e il tifo sono due concetti che non legano per niente, come un panino nutella e mortadella. Ma in questo caso non ci sentiamo di dare torto ai supporters ragusani che ne stanno davvero vedendo di tutti i colori. Togliendo gli ultras, accecati dall’amore per la maglia e quindi speranzosi nell’arrivo di Vito, ai più lo sbarco di una cordata di imprenditori/appassionati a Ragusa ha destato sin da subito più di una perplessità. Perché dei calabresi e dei campani dovrebbero prendere a cuore le sorti del Ragusa calcio, così dal nulla? Perché non investire in una squadra del loro comprensorio piuttosto che concentrarsi su una realtà lontana? E’ come se un imprenditore delle nostre zone, prendiamo il già citato Rimmaudo, una mattina si svegliasse e decidesse di voler diventare il presidente della Nuova Gioiese o dell’Agropoli. Va bene che il calcio ha una logica tutta sua, va bene che l’Inter è diventata indonesiana e la Roma americana, ma a tutto c’è un limite. Comunque il giorno della presentazione il presidente Vito spazzò via ogni dubbio, ogni domanda con proclami sontuosi di scalate al calcio che conta. Cominciò quindi la sua collezione di figurine. Prima il mister Germano ed il suo vice, l’ex portiere Sorrentino, giubilati prima ancora dell’inizio del torneo dopo una sconfitta in Coppa Italia. E va bene, avranno pensato i tifosi, sarà un altro presidente alla Zamparini. Il vulcanico Vito è andato però oltre. In giro per il mondo ha pescato giocatori sconosciuti tanto da trasformare ogni seduta d’allenamento in una seduta dell’Onu. I dirigenti erano però pronti a giurare sulla loro qualità. Gli stessi dirigenti che hanno lasciato, come Sortino, De Rose e Biasin. Il povero Bellotto, l’attuale tecnico, aveva intuito qualcosa ed aveva rinunciato al proprio incarico a qualche giorno dall’esordio in campionato salvo poi ripensarci poco dopo e fare dietrofront. Un punto in cinque partite è il magro bottino portato a casa dagli azzurri. Questa settimana l’ennesima puntata della telenovela. I giocatori non si sono allenati perché non hanno ancora ricevuto un euro di quanto pattuito. Sono andati regolarmente allo stadio ma si sono fermati davanti agli spogliatoi supportati da una cinquantina di tifosi che invocavano il ritorno di Rimmaudo come la panacea di tutti i mali. Ironia della sorte, quello che era causa è diventato adesso rimedio. A rischio non c’è solo la partita di domenica con il Città di Messina ma l’intera stagione. Se la proprietà dovesse continuare ad essere assente i giocatori potrebbero anche pensare ad un clamoroso ammutinamento abbandonando la barca che continua ad affondare.