Congresso Pd, Denaro è segretario ma tra i veleni

0

Si chiude in un clima irrespirabile il congresso provinciale del Partito democratico in programma lunedì sera a Ragusa. Nel corso dei lavori sono volati insulti, cori di scherno ed accuse pesanti. La situazione è diventata incandescente quando Peppe Calabrese, uno dei due candidati alla segreteria provinciale, ha dichiarato che avrebbe lasciato il congresso perché illegittimo. Il richiamo alle regole il tema dell’intervento, secondo Calabrese deformate e piegate ad arte ad esclusivo interesse di ben definite parti politiche interne al partito stesso. “Per il bene del Pd e per la coscienza di ognuno di voi – ha gridato – chiediamo la possibilità di valutare un rinvio del voto di ballottaggio a giorno 11 novembre in modo tale da consentire alla Commissione regionale di dare parere sui ricorsi in pendenza, al fine di eleggere un segretario legittimato dal voto e dalle regole”. Al diniego di una tale ipotesi, proprio Calabrese e i dirigenti appartenenti alla sua area hanno abbandonato la sala, non ascoltando neanche i discorsi di Giovanni Denaro e Mario D’Asta. Una situazione di grande confusione in cui sono state strappate tessere, sono volate reciproche accuse di bugie e magheggi al fine di boicottare l’elezione. In questa grande confusione coinvolta anche la senatrice Venerina Padua, la quale aveva chiesto la parola ma, non essendo previsto dal regolamento un intervento prima dei candidati, non era stata accontentata dal presidente del congresso Gigi Bellassai. Inutile l’intervento di Mario D’Asta che ha cercato di ricucire lo strappo e richiamato la senatrice al microfono. In assenza di una numerosa fronda del partito provinciale si sono quindi proseguiti i lavori e le operazioni di voto sono state concluse dopo le 21. I delegati votanti sono stati 113 su una platea di 212. I voti a favore di Giovanni Denaro sono stati 112, una la scheda bianca. “Questo atto è pienamente legittimo – ha dichiarato un visibilmente emozionato Denaro – la mia elezione non ha nessuna macchia. Sarò il segretario di tutto il partito, ma come ho chiesto già nel corso di queste settimane, non lasciatemi solo a svolgere questo durissimo lavoro. Da oggi – conclude – inizia una nuova era per il Pd”.