Primo Consiglio comunale, prime polemiche

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Si apre all’insegna delle aspre polemiche il primo consiglio comunale del 2014. Le dinamiche che hanno portato alla nomina del consigliere Elisa Marino a presidente della Commissione Trasparenza, organismo di pertinenza dei componenti dell’opposizione, al centro di un intervento al vetriolo del consigliere Peppe Lo Destro, Ragusa domani. «Mi sono sentito spiazzato dalla nomina che lei ha prodotto – ha esordito Lo Destro rivolgendosi a Giovanni Iacono – in qualità di presidente del Consiglio. Nonostante avessimo concordato di cercare una sintesi tra le due diverse proposte arrivate dall’opposizione, ovvero Elisa Marino e Mario D’Asta, le cose sono andate in modo diverso. Non so con chi si è accordato – continua Lo Destro – io ho visto girare nei corridoi il consigliere Marino, brandendo un bigliettino che, affermava, conteneva delle firme a proprio favore. Ebbene, questa prassi è contemplata dal regolamento? Quelle firme sono vere? Lei ha sentito tutti i capigruppo della minoranza oppure si è fidato? Infine, nonostante nell’ultima Conferenza dei capigruppo in molti risultassimo assenti, ha deciso comunque di liquidare la questione. Lei con il suo comportamento ha leso la mia libertà di espressione e di pensiero». Blande le repliche dai banchi dell’opposizione. Mario Chiavola, nominato poco prima dell’inizio della seduta segretario della commissione Trasparenza, afferma che dopo sei mesi non era più tollerabile indugiare. Stesso parere per Sonia Migliore, secondo la quale sono molte le questioni che attendevano di essere dibattute in seno all’importante organo di controllo dell’attività dell’amministrazione. Più esplicito Giorgio Massari del Pd, il quale ha sottolineato come pur dissentendo sul merito della questione, il metodo seguito dal presidente Iacono sia stato inappuntabile. «La proposta che avevamo avanzato – ha spiegato il capogruppo Pd – era a nostro avviso migliore. Mario D’Asta è un consigliere che non ha avuto alcun coinvolgimento nell’attività amministrativa precedente e pertanto sarebbe stato un presidente con maggiore libertà di azione, senza condizionamenti diretti né indiretti». Lo stesso D’Asta ha chiesto ai colleghi di opposizione maggiore chiarezza sulla questione ma nessuno ha fatto accenno alle gravi accuse lanciate da Lo Destro, tanto che Carmelo Ialacqua di Movimento città ha sbottato: «Che razza di opposizione è quella che ha deciso di eleggere un presidente e già alla prima uscita lo disconosce? Si sono lanciate accuse gravi sull’irregolarità delle procedure seguite, perché nessuno dei firmatari di quel documento, che lo stesso Iacono ha citato nell’atto di nomina come una comunicazione ufficiale con tanto di protocollo, è intervenuto? Lei presidente è stato fin troppo democratico e fin troppo chiaro mentre i consiglieri di questa opposizione non sono uno, non sono centomila e forse non sono nessuno». “Farneticazioni all’interno dell’aula”. In questo modo Giovanni Iacono ha descritto le parole di Lo Destro. «Ho seguito il regolamento – ha replicato il presidente del Consiglio – e certamente non ho subito nessuna pressione da parte dell’amministrazione. Nonostante numerosi tentativi per trovare sintesi, l’unica comunicazione ufficiale giunta alla Presidenza è stato quell’ormai famoso documento attraverso il quale sette capigruppo ovvero Marino, Tumino, Mirabella, Chiavola, Migliore, Laporta e Morando formalizzava il nome della stessa Marino come il più adatto a presiedere la commissione Trasparenza. Ho ritenuto quindi di dover procedere in base non all’unanimità bensì alla maggioranza tra la minoranza. Certamente – ha concluso Iacono – mi sarei aspettato che stasera i consiglieri chiamati in causa avessero chiarito in prima persona la questione».