Riforma delle Province, il ddl passa in Commissione

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E’ stato approvato in commissione Affari istituzionali dell’Ars, presieduta da Antonello Cracolici, il disegno di legge che istituisce i Liberi consorzi al posto delle Province. Dieci i voti a favore, 4 i contrari.

Il testo prevede l’istituzione di 9 consorzi che coincideranno con gli attuali confini delle province e 3 città metropolitane: Palermo, Catania e Messina. I comuni che confinano con un altro consorzio, nel frattempo, avranno sei mesi di tempo per scegliere se aderire al consorzio confinante o rimanere in quello attuale, mentre le funzioni e le competenze dei nuovi organismi saranno assegnate dopo la definizione dei confini territoriali.

La legge deve essere approvata immancabilmente dall’Ars entro 15 giorni, altrimenti si andrà ad elezioni.

“Questa riforma – spiega Cracolici – è il primo tassello del riordino del sistema della Pubblica Amministrazione siciliana, che deve passare anche attraverso il decentramento di compiti dalla Regione ai Consorzi e alle Città Metropolitane, prevedendo funzioni distinte e autonome fra questi due enti, anche in relazione ai comuni che vi aderiscono. In commissione è stato varato un ddl coerente con la legge regionale 7 del 2013, che prevede organi di secondo livello eletti dai sindaci dei comuni aderenti, che non riceveranno alcun compenso per la loro funzione. Ed è il caso di ribadire che non si può ipotizzare la soppressione di questi organi che sono previsti dallo Statuto regionale e dalla Costituzione”.

Numerosi i commenti positivi per questo passo avanti, tra cui quello del neo eletto presidente dell’Anci regionale Leoluca Orlando: “L’Anci-Sicilia, che ha accompagnato con suggerimenti ed indicazioni il percorso legislativo per l’istituzione delle città metropolitane e dei liberi consorzi dei comuni, chiede che esso venga definito rispettando pienamente l’autonomia dei comuni nel processo di adesione ai nuovi livelli di governo locale. Il coinvolgimento dei comuni in ogni fase di questo processo costituisce una garanzia essenziale per pervenire ad una riforma che rispetti il loro ruolo, elevi i livelli di partecipazione democratica e migliori l’efficienza operativa per lo sviluppo dei nostri territori”.