Misteri (buffi?) degli Iblei e dintorni

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  • La Provincia vuole far rispettare le regole al Consorzio Universitario Ibleo e ritira il contributo perché deve assicurare altri servizi. Il Comune di Ragusa non ci sta, il sindaco, Federico Piccitto, si arrabbia e abbandona un vertice con il commissario alla ex Provincia, Carmela Floreno. Il Cda del Consorzio continua, intanto, ad amministrare pur essendo scaduto, a spendere senza tener conto della “spending review”. Il Commissario non fa una piega: la Provincia non può permettersi altre spese, se servono soldi ci deve pensare la Regione. Una delle poche volte in cui Palazzo di viale del Fante “chiude le porte” al Comune di Ragusa e serra i cordoni della borsa. Sarà un caso che tutto ciò avvenga quando comanda un commissario? Mistero!
  • La legge per Ragusa Ibla continua a far parlare. Si scopre che, negli anni, sono stati utilizzati diversi milioni di euro, impegnati per le finalità della legge stessa, per realizzare altro. Fatto grave? Distrazione di fondi? Per nulla! “Sono semplicemente fondi disallineati” (non allineati all’andazzo generale?), afferma un assessore in conferenza stampa. “Faremo quadrare i conti lo stesso”. Tutto regolare? Qualcuno chiarisca.
  • Il Tribunale di Ragusa (o chi per esso), che ha accorpato quello di Modica, costretto ad una lauta “questua” per trovare oltre 350.000 euro: servono per mettere a norma il Palazzo di giustizia che versa in condizioni precarie. Ma la legge non prevedeva che gli accorpamenti non dovessero costare nulla? E i circa 500.000 euro per sistemare altri locali (ex Palazzo Ina di piazza San Giovanni) dove ospitare i dipendenti provenienti da Modica e Vittoria fanno parte sempre della “originale” spending review tutta ragusana? Non è forse uno spreco lasciare inutilizzato il moderno Palagiustizia di Modica. O, forse, qualcuno, pur di chiudere il Tribunale modicano, non ha badato a spese. Ed è proprio tutto secondo legge? Un altro mistero tutto ibleo! E, a proposito del Tribunale di Ragusa, come mai il presidente, Giuseppe Tamburini, considera carta straccia una ordinanza del Consiglio di giustizia amministrativa (utilizzare al meglio il Palazzo di giustizia di Modica per venire incontro alle esigenze degli utenti e rispettare il risparmio previsto dalla legge) e prosegue nella sua opera di smantellamento degli uffici modicani? Ci sono, forse, delle deroghe particolari a favore del Tribunale di Ragusa dove, tra l’altro, si sono registrati casi di magistrati “inamovibili” per ben 40 anni? È lecito chiedere il rispetto della legge ai cittadini se chi dovrebbe dare l’esempio è il primo ad infrangere le regole? Dove sono andati a finire i parlamentari eletti anche grazie ai voti dei modicani che avrebbero dovuto prendere una posizione a favore del mantenimento di una istituzione secolare come il Tribunale di Modica? Qualcuno di loro avrebbe anche potuto denunciare le presunte irregolarità che stanno emergendo e le evidenti forzature su diversi provvedimenti attuati con una fretta a dir poco sospetta. Nessuno dei parlamentari ha osato dire una parola sui disagi dell’utenza e sui ritardi nell’amministrazione della giustizia. Il silenzio è sì d’oro. Ma non sempre. E la regola non sembra valere per tutte le occasioni!
  • Da un paio d’anni a questa parte, poco prima dell’inizio dell’estate, la magistratura indaga sulla salubrità del mare ibleo. Soltanto, però, nella parte orientale del litorale: Marina di Modica, Sampieri, Pozzallo, Maganuco, Cava D’Aliga, Marispica. L’estate scorsa sono state bloccate le attività di tre villaggi turistici con gravi danni all’economia locale e a tutto vantaggio di altre zone del litorale. È solo una questione di “correnti” marine che inquinano proprio la parte orientale del litorale ibleo lasciando intatto tutto il resto? E, inoltre, perché i controlli non si fanno durante l’inverno in modo da trovare le soluzioni e gli eventuali responsabili dell’inquinamento prima di creare grossi danni al turismo e alle attività collegate sequestrando e dissequestrando tratti di spiaggia o, peggio, strutture ricettive?
  • Perché i sindaci di Scicli, Pozzallo e Ispica nicchiano sull’idea del Libero Consorzio del Val di Noto portata avanti dal sindaco di Modica, Ignazio Abbate e avallata, tra gli altri, dai primi cittadini di Noto e Pachino, solo per fare qualche nome? Qual è l’interesse a far saltare un progetto che, fino a qualche mese fa, veniva definito da tutti (Scicli, Pozzallo e Ispica compresi) vincente e attuabile in nome del mitico Val di Noto?
  • Perché l’aeroporto di Comiso non può scrollarsi di dosso la “tutela” della società di gestione dello scalo di Catania pur avendo le potenzialità per offrire più collegamenti con le principali città italiane? E perché nessuno parla più del servizio cargo (per le primizie del Vittoriese) in partenza dall’aeroporto comisano?
  • Perché a Modica si continua a parlare di sfilate di cavalli e di calessi? Non sono state sufficienti quelle che hanno (purtroppo) caratterizzato alcune patetiche domeniche invernali lungo il corso Umberto e nel quartiere Sacro Cuore? Ci sono altri modi di animare il centro storico e, finalmente, qualcuno sembra averlo capito!
  •  Perché continua il rosario di ritardi nell’apertura dei cantieri del tratto di autostrada Rosolini-Ispica-Pozzallo-Modica? Anche in questo caso, in che cosa sono impegnati i rappresentanti politici del territorio? E i sindaci dei quattro comuni non hanno alcun interesse ad accelerare l’iter di una infrastruttura fondamentale per lo sviluppo turistico di una zona ricca di arte, storia e cultura?
  • Continuano gli sbarchi di migranti in Sicilia. Augusta e Pozzallo sono le città che stanno offrendo il maggiore contributo umanitario in termini di assistenza e di solidarietà. Tra le tante dichiarazioni di uomini politici sugli argomenti più ameni, pochissime quelle che riguardano queste emergenze. Niente dichiarazioni (meglio farne a meno se servono solo a preparare qualche comunicato stampa) e, purtroppo, niente fatti concreti.
  • Perché il pronto soccorso dell’ospedale “Maggiore” di Modica non è stato ancora ampliato, così come più volte promesso da politici, manager, commissari e commissari dei commissari dell’Azienda sanitaria provinciale? C’è il progetto, ci sono i soldi ma, a quanto pare, manca la volontà politica di eliminare uno stato di cose al limite della sopportazione (degli utenti) e della sicurezza (nell’erogazione di servizi indispensabili). A pagarne le conseguenze, oltre ai pazienti, i pochi medici e i pochissimi infermieri costretti a svolgere il loro delicato lavoro in condizioni a dir poco critiche. E perché la Tac dell’ospedale (che andrebbe sostituita dopo anni di onorato servizio) è spesso in panne e necessita di riparazioni sempre più costose? Le ultime – stando a quanto affermano alcuni addetti ai lavori – hanno comportato una spesa di circa centomila euro che non è servita, però, a sistemare definitivamente le cose. E, sempre a proposito dell’ospedale “Maggiore”, resta un mistero il motivo per cui non si riesca ad asfaltare lo spiazzo antistante la nuova ala. Sembra che l’unico problema sia legato allo smaltimento dell’acqua piovana. Ma, nel 2014, è possibile accampare simili scuse che hanno il sapore di sberleffi rivolti ad una intera comunità?