Torture a Guantanamo, polemiche a Modica. In difesa di Welcome To Paradise

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Ci sono torture e torture, la storia lo insegna.
E non tutte necessariamente passano dalla violenza sul corpo, come quelle sbattute in faccia ai visitatori di “Welcome to Guantanamo”, la cruda installazione proposta all’interno di Welcome to Paradise da Davide Frasca e Antonio Godot: di sfondo, un video didascalico, e in primo piano la scena teatrale, plastica, del rapporto tra torturatore e torturato nel carcere più temuto del mondo.

Che tra le grinfie dei torturatori sia finito anche Marcel Cordeiro, non è solo una questione d’opportunità e nemmeno solo di sarcasmo: in questo modo avrà dimostrato, se non altro, che le vessazioni fisiche, per quanto simulate, gli avranno fatto meno male di quelle psicologiche.

E se anche adesso che la quarta edizione di Welcome to Paradise si è conclusa, non si sono ancora concluse le polemiche che l’hanno contraddistinta, allora forse è proprio arrivato il tempo di dire: chiudiamo la Guantanamo di Monserrato, basta torture, basta polemiche.

Noi una posizione l’abbiamo già presa e l’abbiamo fatto proprio per dire che: ben vengano i dibattiti, anche animati, su come una città debba connotare i propri spazi in relazione agli interventi artistici e agli eventi culturali, ma non si sputino sentenze e non si dia fiato alla bocca solo per il gusto di dire la propria, anche quando non richiesta.

Se sono benvenuti, rispettabili, rispettati, gli interventi anche discordanti e polemici di coloro che però hanno davvero qualcosa da dire in merito – perché questa titolarità la dà loro la competenza, l’esperienza, l’essersi persino sottoposti nel passato e nel presente a critiche sullo stesso piano – onestamente questo già sin troppo animato dibattito avrebbe davvero fatto volentieri a meno degli interventi ignoranti (che ci sembra, in questo caso, un termine più esatto di disinformati) di chi ha sparato gratuite sentenze non solo di condanna, ma appunto, di tortura.

Senza entrare nemmeno nel merito di certi commenti letti e sentiti in questi giorni, per non farli risuonare ulteriormente, viene però da pensare che, mentre gli italiani in questi giorni stanno trovando il tempo di improvvisarsi contemporaneamente criminologi e allenatori di nazionale, i modicani trovano anche quello di improvvisarsi navigati critici d’arte.

Tanta durezza, per le orecchie e per il buon senso, ci pare sia insensata e gratuita verso un gruppo di persone che si spende da quattro anni per fare un regalo alla città e solo per questo meriterebbe se non altro rispetto.
Dentro Welcome to Paradise 4, c’era Guantanamo come Fukushima, c’era la pedofilia come l’immigrazione: che fosse arte, che non lo fosse, lo discuteremo nelle sedi opportune, anche a lungo. Ma che per due giorni gli occhi di dieci mila persone si siano aperti ad una riflessione su questi temi e – cosa altrettanto importante per Modica – si siano aperti sulla bellezza e le potenzialità di Monserrato, è un fatto indiscutibile e noi ci sentiamo di stare dalla parte di questo fatto.

Ah, ci preme dire che non siamo soli: i protagonisti di Welcome to Paradise sono stati invitati a Favara, il 28 giugno, per il Farm Summer Party di Farm Cultural Park, per portare la loro esperienza. Per chi non lo sapesse – e fosse eventualmente pronto a sparare qualche nuova sentenza di tortura – il blog britannico Purple Travel l’anno scorso ha collocato Farm Cultural Park al sesto posto al mondo come meta turistica per gli amanti dell’arte contemporanea, preceduta solo da Firenze, Parigi, Bilbao, le isole della Grecia e New York.
Se anche loro non capiscono nulla di arte contemporanea, beh: almeno siamo in buona compagnia.