I beni culturali di Scicli: la domanda è su come gestirli e come guadagnarci

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Aprire tre siti non basta. Non è bastato alla Invictus e probabilmente non basterà nemmeno alla nuova associazione, la “Balicu e Pagghiara”, a cui il Comune ha temporaneamente affidato la gestione dei beni comunali pur di continuare a garantirne l’apertura.

Per quanto in questi anni siano stati notevoli gli incassi delle visite guidate nella stanza del sindaco, ovvero l’ufficio del Questore ne “Il Commissario Montalbano”, a Palazzo Spadaro e nella Chiesa di Santa Teresa, di certo non sono stati sufficienti – al netto del 31,02% versato alle casse del Comune – ad assicurare un compenso adeguato alle 25 giovani guide turistiche impiegate nel servizio.

“Per questo avevamo proposto all’Amministrazione di muoversi per metterci nelle condizioni di concretizzare tutti gli altri servizi previsti nel bando”, spiega Vincenzo Burragato, presidente dell’associazione culturale Tanit, attraverso cui questi 25 ragazzi hanno deciso di avviare un proprio percorso autonomo e hanno già preso in gestione la Farmacia di Montalbano: “Le nostre idee le abbiamo fatte presenti tante volte, da quando, a febbraio, la Invictus aveva inviato il primo avviso di recesso. Abbiamo spiegato che dalla gestione di quei tre siti si sarebbe dovuti partire per gestirne altri e soprattutto per avviare iniziative come un info point attivo, che potesse organizzare e strutturare vari tour, un bookshop, ecc.
Ma evidentemente c’è una diffusa incompetenza: non sanno cos’hanno per le mani e non sanno come gestirlo. Non voglio dire che noi siamo i migliori, ma certamente rappresentiamo un capitale umano incredibile e in questi anni abbiamo gestito il servizio in modo eccellente. Basterebbe andare a guardare le recensioni su Tripadvisor per accorgersene: adesso basterebbe una recensione negativa per rovinare tutto. Credo”, conclude Burragato: “che a questo punto sarebbe necessario un dibattitto pubblico con l’Amministrazione e le categorie coinvolte nello sviluppo turistico di Scicli”.

La questione, in effetti, solleva la necessità di una più ampia riflessione su come si debba amministrare una città a vocazione turistica. Anche se al riguardo lo stesso assessore al ramo Giampaolo Schillaci, in una nuova nota a sua firma, prova a guardare al futuro e sostiene: “Fra poco lo scenario della fruizione muterà consistentemente, con altri beni che verranno consegnati alla città. Ma se i beni costituiscono l’hardware, ciò che farà vincere la partita saranno le modalità di fruizione, dove si dovrà prendere il coraggio di transitare dall’attuale fase di mero sbigliettamento a nuovi rapporti contrattuali, con bandi totalmente rinnovati nel contenuto. Occorrerà fare i conti con il possibile intervento di soggetti esterni che volessero fare impresa gestendo i monumenti di Scicli, diversificare l’offerta in funzione delle peculiarità di ciascun sito e attrezzarsi affinché, in un quadro di legalità e certezza del diritto, possano trovare spazio anche i nostri giovani, ma senza alcuna necessità di protettori e protezionismi, impossibili da ipotizzare e proporre”.

[Fonte: La Sicilia]