Come difendersi dai servizi “premium”, non richiesti, degli smartphone

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Quando la prof diventa ladra

Già il mese scorso l’Antitrust aveva aperto indagini nei confronti dei Telecom, Wind, Vodafone e H3G per accertare se siano responsabili di pratiche commerciali scorrette: i rilievi riguardano servizi a pagamento (“premium”) non richiesti dai clienti ma addebitati sul loro credito telefonico.

Ora, anche Confconsumatori Ragusa alza l’attenzione su quello che sembra un vero e proprio tranello teso soprattutto ai possessori di smartphone, molti dei quali si sono ritrovati nella bolletta telefonica costi relativi ad “abbonamenti” mai attivati o a “traffico extra soglia”: basta infatti, mentre si naviga in internet o si utilizza un’applicazione scaricata (come ad esempio un gioco), sfiorare un banner pubblicitario e senza neanche accorgersene ci si trova abbonati ai servizi più disparati.

“In casi come questi” spiegano da Confconsumatori “è necessario inviare un reclamo al proprio gestore con il quale si disconosce il servizio attivato chiedendone l’immediata disattivazione. Se la fattura è direttamente addebitata sul conto corrente bisognerà inoltre richiedere il rimborso delle somme indebitamente detratte. Ricordiamo ai cittadini” ha dichiarato l’avvocato Samantha Nicosia “che se il gestore non risponde al reclamo o non rimborsa le somme pagate, assistiamo e tuteliamo i diritti dei consumatori mediante forme di conciliazione dirette che evitano le spese e le lungaggini di una causa civile”.

Difendersi, insomma, è possibile. E anche noi vi diamo qualche consiglio.

Gli abbonamenti attivati tramite sms
È possibile richiedere l’attivazione del barring sms. Si tratta di un servizio che blocca gli sms come i servizi di sms premium, ovvero i messaggi a pagamento in decade 4x (in particolare 43, 44, 46, 47, 48 e 49) come oroscopo, chat, ricette e servizi vari. La procedura cambia a seconda dell’operatore:
Tim: visita il sito, oppure puoi chiamare il 119 e richiedere all’operatore di mettere il numero in black list.
Vodafone: puoi chiamare il 190 e chiedere all’operatore l’attivazione del barring sms, puoi anche andare sul sito dell’operatore.
Wind: contatta il 155 e richiedi il blocco dei servizi a sovrapprezzo (può essere totale, cioè chiamate a numerazione 899, 166 e sms, oppure soltanto il blocco parziale di uno dei due) oppure visita la sezione del sito.
H3g (3): chiama il 133 e richiedi l’attivazione del servizio barring sms oppure vai nella sezione dedicata del sito.
Postemobile: invia il modulo che trovi sul sito via fax o via posta tradizionale, richiedendo il blocco dei servizi a sovrapprezzo.

L’unico inconveniente del servizio di barring sms è quello di bloccare anche sms di servizio attivati volontariamente, come quelli inviati dalla banca per notificare l’utilizzo della carta di credito.

Cosa fare in caso di attivazione non richiesta
Durante la navigazione su smartphone è bene fare attenzione.
Evita di cliccare sui banner pubblicitari e stai attento a non sfiorarli neppure per sbaglio, se non vuoi attivare il relativo abbonamento.
Tieni sempre monitorato il tuo credito e, se ti accorgi di qualche addebito sospetto, contatta il tuo operatore. Chiama immediatamente il call center e richiedi la disattivazione immediata del servizio.
A questa telefonata, fai seguire un reclamo scritto, indirizzato alla compagnia telefonica, ribadendo la volontà di disattivare il servizio non richiesto e chiedendo la restituzione di quanto indebitamente sottratto.

E se non ricevo risposta?
Se l’operatore non risponde entro 40 giorni o se risponde negativamente, puoi rivolgerti alla nostra assistenza legale dedicata ai soci, per avviare una procedura di conciliazione. In alternativa, puoi contattare il comitato regionale per le comunicazioni (Co.Re.Com.).