Il Tribunale di Modica chiude. Galfo: “Abbiamo lottato. E ora ci danno ragione”

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La Corte <strong>Costituzionale ha detto no: sono stati bocciati i tre quesiti referendari proposti da cinque regioni – tra cui la Sicilia – contro il taglio dei piccoli tribunali.
Questa – da molti – era vista come una delle ultime possibilità per salvare il Tribunale di Modica.
Adesso, però, sulla storica circoscrizione giudiziaria facente capo alla città della Contea sembra calare definitivamente il sipario.

Ma tra gli addetti ai lavori non si confidava molto sul referendum: “Anche qualora la Corte avesse accettato“, ci dice Ignazio Galfo, ultimo presidente dell’Ordine degli Avvocati di Modica (cessato di esistere lo scorso 31 dicembre): “il problema sarebbe stato quello di portare alle urne il 50% degli elettori per votare su una questione riguardante 30 piccoli tribunali”.

Il Tribunale di Modica – a questo punto – si può considerare definitivamente morto? “Fin quando il Palazzo di Giustizia sarà aperto”, auspica Galfo: “e lo sarà almeno fino al 13 settembre 2015, si potrà sperare”.

Con l’ex presidente degli avvocati di Modica tentiamo di valutare l’impegno profuso contro la chiusura: “L’Ordine”, ci dice: “ha sudato la maglia. Abbiamo fatto tutto il possibile. In politica” invece: “c’è stato chi si è speso, chi non si è speso completamente, chi non c’è stato per niente”.

Ma poi è realista: “Due tribunali in 18 chilometri non se li poteva permettere nemmeno la Svezia. Il rimpianto più grande”, secondo Galfo: “è quello di non aver utilizzato la struttura di Modica nel contesto del Tribunale di Ragusa”.
La situazione presso il Palazzo di Giustizia di Ragusa? È laconico l’avvocato: “Siamo molto delusi”. “I tempi della giustizia“, continua: “si sono allungati: i continui rinvii, la durata di una separazione coniugale…”.

La soddisfazione“, chiosa Galfo: “è che ora anche i magistrati che volevano a tutti i costi l’accorpamento ci danno ragione. Almeno ci rimane quella…”.