Vittoria: morì per overdose nel 2013, la polizia ha arrestato il responsabile

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La polizia di Vittoria ha fatto luce sulle cause della morte di un vittoriese di 36 anni, la sera del 4 marzo 2013, al Pronto Soccorso dell’ospedale Guzzardi. All’epoca era stato subito ipotizzato il decesso a causa di un’overdose da sostanza stupefacente e le indagini lo hanno confermato.

Quella sera, giunti nel nosocomio, gli agenti avevano appurato che l’uomo, circa un’ora prima, era stato soccorso da personale del 118 allertato dalla moglie che, rientrando a casa, aveva trovato il marito accovacciato sul lavello della cucina in stato di incoscienza.

Il personale sanitario, dopo aver effettuato le prime cure rianimatorie, lo aveva trasportato in ospedale, dove era giunto già cadavere. A casa del 36enne erano stati rinvenuti una siringa con evidenti tracce ematiche, un flaconcino contenente soluzione fisiologica e un pezzo di carta intriso di una sostanza non ben identificata, tutti oggetti che avevano fatto ritenere che l’uomo si fosse iniettato dello stupefacente prima di accusare il malore che lo aveva condotto alla morte. Ipotesi avvalorata, tra l’altro, dal suo pregresso stato di assuntore di eroina.

La Polizia aveva allora avviato delle indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Ragusa e sin dall’inizio si era intuito che un ruolo nella morte del vittoriese potevano averlo tre nordafricani, notoriamente dediti allo spaccio di eroina. Successivamente, indagini più approfondite avevano permesso di individuare ben 22 clienti, non solo della provincia di Ragusa, ma provenienti anche da fuori, che erano soliti contattare il leader del gruppo (come appurato attraverso le intercettazioni telefoniche) per stabilire quantità, prezzo e luogo di cessione.

L’attività investigativa, coordinata dai sostituti Procuratori della Repubblica, Federica Messina e Valentina Botti, ha consentito alla Polizia Giudiziaria di attribuire responsabilità certe ai tre stranieri che, in concorso tra loro, consegnavano agli acquirenti eroina ed hashish, dopo essersi occupati anche del reperimento della droga, del trasporto e della vendita. Ed è stato proprio il leader del terzetto criminale di stranieri a cedere la dose di eroina tagliata con destrometorfano, un potente farmaco antitosse che ne quintuplica gli effetti, al vittoriese poi morto di overdose.

Le richieste della Procura sono state interamente recepite dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Ragusa, dott. Claudio Maggioni, che ha emesso l’ordinanza applicativa di misura cautelare. Sono, così, potute scattare le manette proprio per il capo del gruppo, un tunisino di 30 anni, senza fissa dimora e con precedenti specifici.

Ieri pomeriggio gli agenti lo hanno individuato, bloccato e perquisito mentre passeggiava nei pressi di piazza Manin, trovandolo in possesso di marijuana, hashish, un coltello e la somma di 780 euro della quale non ha saputo giustificare la provenienza. Adesso di trova rinchiuso presso la Casa Circondariale di Ragusa.

Gli altri due complici da tempo si sono resi irreperibili e sono ricercati sul territorio nazionale.

Nel corso dell’indagine, durata diversi mesi, sono state sequestrate diversi dosi di eroina, marijuana e hashish, una pistola calibro 8, un caricatore e 49 cartucce, oltre a pc, orologi e perfino una chitarra elettrica lasciati in pegno o barattate dai tossicodipendenti in cambio della “dose”.