A Pozzallo sbarcano 110 migranti. Un morto durante la traversata gettato agli squali

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Immagine di repertorio

La polizia di Stato di Ragusa ha fermato il presunto scafista dello sbarco di migranti di ieri a Pozzallo.
All’uomo – il 14esimo fermato del 2015 – è contestato il favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, ma anche la morte, derivante da altro reato, di un migrante, deceduto durante la traversata dopo aver esalato vapori di benzina.

La salma, secondo quanto riportato dall’Ansa che cita le parole dei testimoni, è stata gettata in mare e il corpo è stato dato dilaniato da squali che seguivano il gommone.

Sono dieci le operazioni di salvataggio che lunedì 13 aprile si sono svolte nel Canale di Sicilia anche con l’utilizzo di mezzi aerei, e che tra oggi e domani vedranno un’imponente ondata di sbarchi tra Porto Empedocle, Palermo, Agrigento, Catania, Pozzallo, Augusta, Trapani e Reggio Calabria, dove toccheranno terra oltre tre mila migranti.
A Pozzallo sono giunti, a bordo di una motovedetta maltese, 110 profughi di cui 101 uomini, 8 donne e un minore mentre a Catania e Augusta sono sbarcati rispettivamente 321 e 420 migranti.

Questo è il comunicato diramato dalla Questura di Ragusa sullo sbarco:

I FATTI
Nel tardo pomeriggio del 12/04/2015 la motonave della Guardia Costiera Maltese denominata “P51” a 128 miglia da Malta, in acque di competenza SAR libiche, procedeva al salvataggio di un gommone con 110 persone a bordo di varie nazionalità: Mali, Costa d’Avorio, Nigeria, Senegal e Ghana. Dopo il trasbordo dei clandestini si dirigeva verso il porto di Pozzallo per lo sbarco dei migranti come da ordini superiori ricevuti, dove giungeva alle ore 17.30 del 13/04/2015.

ORDINE PUBBLICO ED ASSISTENZA
La macchina organizzativa messa in piedi per ogni sbarco è gestita dall’ufficio Ordine Pubblico della Questura di Ragusa che ha messo a disposizione decine di uomini coordinati dal Funzionario della Polizia di Stato responsabile del servizio.
Solo grazie al loro impegno, in poche ore dall’arrivo dei migranti, tutti venivano ospitati rapidamente al centro di primo soccorso ed accoglienza di Pozzallo.
Alle procedure partecipavano 40 Agenti della Polizia di Stato ed altri operatori delle Forze dell’Ordine, la Protezione Civile, la Croce Rossa Italiana ed i medici dell’A.S.P. per le visite mediche.
Il lavoro dell’Ufficio Immigrazione della Polizia di Stato è molto complesso e deve essere espletato in tempi ristretti così da permettere un immediato invio degli ospiti in strutture d’accoglienza.
La Polizia Scientifica lavora senza sosta per le operazioni di fotosegnalamento in considerazione degli ultimi arrivi. In tempi record, mediante l’installazione di 8 postazioni per il rilevamento delle impronte digitali sono stati identificati centinaia di migranti approdati.
In questo momento si procede all’identificazione degli ultimi migranti sbarcati al Porto di Pozzallo, e la Polizia di Stato ha già predisposto il trasferimento con ordinanza del Questore di Ragusa di centinaia di ospiti così da permettere l’arrivo di altri.
Attualmente stanno lavorando tutti gli uffici della Polizia di Stato presso il Porto di Pozzallo e l’impiego di uomini continuerà in modo ancora più consistente, stante l’arrivo alle 14 di quasi 200 migranti e di altri 250 nella serata di oggi.

LE INDAGINI
Gli uomini della Polizia di Stato – Squadra Mobile Questura di Ragusa – con la partecipazione di un’aliquota di Carabinieri ed una della Sez. Op. Nav. della Guardia di Finanza hanno individuato in poche ore dal loro arrivo, lo scafista della Guinea indicato dai migranti come il comandante del gommone.
Il lavoro d’indagine in questi casi è sempre faticoso, i migranti sono stanchi ed inizialmente poco collaborativi ma l’esperienza degli investigatori permette sempre di individuare chi ha intenzione di aiutare la giustizia.
Il “comandante” così come chiamato dai migranti non ha voluto collaborare con la Polizia e si è dichiarato innocente nonostante le responsabilità emerse a suo carico.
I testimoni hanno riferito che l’uomo faceva parte dell’organizzazione in quanto non dimorava nei capannoni con gli altri passeggeri ma è giunto in spiaggia quando già erano tutti sul gommone. “È arrivato a bordo di una macchina con i libici, è sceso, gli hanno dato qualcosa in mano, forse il satellitare e poi siamo partiti”.
Durante la verbalizzazione delle dichiarazioni rese dai migranti è emerso che un cittadino probabilmente nigeriano è deceduto nel corso della traversata.
Dalle dichiarazioni tutti hanno viaggiato senza cibo e con una piccola scorta di acqua ma a dire dei testimoni la morte sarebbe intervenuta perché prima è svenuto per l’inalazione di idrocarburi e poi è morto.
“Lo abbiamo visto accasciarsi, ha vomitato e poi è caduto a faccia in giù al centro del gommone; credevamo si riprendesse ma così non è stato; qualcuno appena ci siamo resi conto fosse morto lo voleva gettare in acqua ma i nigeriani non hanno voluto, hanno detto lui viaggia con noi; ad un certo punto ho visto che lo gettavano in acqua credo per il poco spazio o perché stava arrivando la barca che ci ha soccorsi”.
Prezioso anche in questo caso il lavoro degli interpreti che provenendo spesso dalle stesse zone dei passeggeri riescono ad entrare subito in empatia con i testimoni.
Con molta probabilità sono sempre pochi dollari per l’equipaggio, con il rischio, ormai diventato realtà, del carcere una volta giunti in Italia.
Il lavoro degli uomini della Polizia Giudiziaria ha permesso di individuare anche questa volta il responsabile di questo traffico di migranti, enorme business per gli organizzatori libici che arruolano tra loro scafisti capaci di condurre un natante anche da paesi per loro stranieri, al solo fine di non rischiare di finire in carcere e guadagnare il più possibile.
Stante quanto dichiarato dai testimoni, gli organizzatori hanno incassato circa 60.000 dollari dai passeggeri del gommone che sommati per tutti quelli soccorsi in questi giorni hanno fruttato centinaia di migliaia di dollari ai criminali.

LA CATTURA
Le indagini condotte dalla Polizia, hanno permesso anche questa volta di sottoporre a fermo di indiziato di delitto il responsabile del reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
Al termine dell’Attività di Polizia Giudiziaria coordinata dalla Procura della Repubblica di Ragusa gli investigatori hanno catturato lo scafista che dopo le formalità di rito e l’identificazione da parte della Polizia Scientifica sono stati condotti presso il carcere di Ragusa a disposizione dell’Autorità Giudiziaria Iblea impegnata in prima linea sul fronte immigrazione, considerato che dopo il fermo iniziano tutte le fasi processuali particolarmente complesse.

BILANCIO ATTIVITÀ DELLA POLIZIA
Nel 2015 sono 14 gli scafisti fermati a seguito degli sbarchi in provincia di Ragusa. Lo scorso anno sono stati arrestati circa 200 scafisti dalla Polizia Giudiziaria. Inoltre, sono in corso numerose attività in collaborazione con le altre Squadre Mobili siciliane della Polizia di Stato (coordinate dal Servizio Centrale Operativo della Direzione Centrale Anticrimine) al fine di permettere scambi informativi utili per gestire indagini sul traffico di migranti dalle coste straniere a quelle Italiane.