Saranno autorizzate le trivelle per nuove perforazioni a Ragusa?

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Trivelle in contrada Buglia Sottana. La partita è di quelle che si giocano fino all’ultima carta o meglio all’ultimo minuto. Arriverà al fotofinish il richiesto documento con cui il dirigente del settore Urbanistica di Palazzo dell’Aquila concederà o negherà la concessione edilizia in merito alla richiesta di trivellare nella zona dell’Irminio.

Si tratta di ricerche e non di fase estrattiva vera e propria, ma questo nulla cambia rispetto alla grande posta in gioco. Il livello dell’importanza della questione è facilmente riscontrabile nella protesta che da qualche giorno a questa parte un gruppo di lavoratori ha attuato dentro e fuori palazzo di Città. Gli slogan sono di quelle che suscitano forti timori: 300 lavoratori a rischio di perdere il lavoro, sì alle trivelle, sì al lavoro. Facile spalla per alcuni consiglieri comunali dell’opposizione che fanno pressing sull’amministrazione. In realtà un “no” alle nuove ricerche non metterebbe a rischio il posto di chi già lavora, perché le trivelle che già ci sono proseguiranno a produrre oro nero per i prossimi anni. Semmai non vi saranno nuovi posti, sempre ipotetici dal momento che non si sa ancora se e quanto combustibile ci sia sotto terra, in una delle zone più belle del territorio ibleo. E il fronte del “no”? Gli ambientalisti, che qualche mese fa hanno organizzato un’iniziativa proprio nella zona dell’Irminio, questa volta rimangono sottotono. Eccezion fatta per un intervento di Claudio Conti per il quale “non ci sono grandi problemi nel definire l’iter amministrativo: le trivelle lì non si possono fare”.

Conti spiega che il diniego sarebbe legato sia all’applicazione delle norme del piano paesaggistico che a quelle del piano regolatore. Proprio il Prg consentirebbe attività di sfruttamento delle risorse naturali ma solo a carattere artigianale. La società Irminio, però, sarebbe un’impresa industriale. Entro al massimo lunedì, la decisione dovrà essere messa nero su bianco ed essere comunicata al Tar, che ha intimato il Comune a concludere l’iter. Nel frattempo l’amministrazione non interviene in alcun modo. L’atto è di tipo tecnico, la legge prevede chiaramente la competenza in capo al dirigente. Ma ovviamente la questione è squisitamente politica, ossia d’indirizzo per la gestione del territorio e del suo sviluppo. L’impressione, tuttavia, è che lunedì non si avrà una decisione definitiva. Un sì o un no rischiano di finire a ingrossare i faldoni in mano al Tar in questa delicata vicenda che consacra un principio: i Comuni, anche grazie allo Sblocca Italia, hanno sempre meno facoltà di decidere sullo sviluppo del proprio territorio, a vantaggio di Stato e Regioni.

(Fonte: Giornale di Sicilia)