Concerto “vulcanico” ieri sera al VJF, e stasera gran finale con Francesco Cafiso

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volcan quartet

Nella penultima serata di Vittoria Jazz Festival, il Volcàn Quartet si è impadronito di Piazza Henriquez. Un concerto dal sapore cubano che ha seguito uno strepitoso soundcheck che ha lasciato senza fiato i primi frequentatori della piazza.

Quando Gonzalo Rubalcaba è arrivato con i suoi musicisti, Giovanni Hidalgo, Armando Gola e Horacio “El Negro” Hernandez, è stato spettacolo. Rubalcaba si è seduto al pianoforte, dando prova di uno straordinario virtuosismo. Un amore per il jazz nato a soli sette anni, come ha raccontato il pianista, e “filtrato” da un lunghissimo studio.

“A casa di mio cugino – ha dichiarato Rubalcaba – c’erano i vinili dei grandi del jazz. Ho cominciato ad ascoltare, fino a quando il jazz è entrato nelle mie vene. Sono sempre stato molto affascinato dall’improvvisazione jazzistica che veniva continuamente mescolata con la ritmica. Il jazz è conoscenza, preparazione, disciplina, impegno intellettuale e tecnico. Bisogna studiare, conoscere le biografie dei grandi, costruire relazioni con tanti altri musicisti”.

Così nasce ciò che Gonzalo Rubalcaba definisce il suo “latin-american jazz”, figlio di contaminazioni e di incontri tra la tradizione nordamericana e le sonorità cubane.

Un sabato sera tutto da ballare, dunque, anche inseguendo i ritmi effervescenti della Conturband. La street band, infatti, è tornata nelle vie del centro cittadino, per raccontare la meravigliosa storia di un jazz che affonda le sue origini nei corpi bandistici, in particolare modo siciliani.