Tra musica e commozione, cala il sipario su un Vittoria Jazz Festival da record

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Non poteva essere più emozionante il finale del Vittoria Jazz Festival, ieri sera in Piazza Henriquez a Vittoria. L’anima “spiritual” di Francesco Cafiso ha incontrato l’estro latino del Volcàn Quartet, reduce dal successo del live di sabato, mandando letteralmente in visibilio il pubblico.

Mentre Cafiso con la sua band, e con lo “special guest” Francesco Buzzurro, affascinava con “La Banda”, il suo ultimo lavoro discografico, dietro le quinte del palco c’erano i Volcàn ad ascoltare, fino a quando è accaduto qualcosa di straordinario: l’evento nell’evento.

I Volcàn fanno invasione di campo, salgono sul palco e si impadroniscono di strumenti e degli stessi “artisti”. E suonano insieme Cafiso, Rubalcaba e Buzzurro. Le loro band si confondono e si mescolano.

Giovanni Hidalgo passa dalla percussioni alla batteria, le mani di Mauro Schiavone si ritrovano accanto quelle di Gonzalo Rubalcaba e Francesco Cafiso suona ed è felice di suonare nella sua città, per quella sua Sicilia che ricorre continuamente nelle “vene” del suo progetto musicale.

“Per tre anni – ha detto Cafiso al pubblico – ho cercato, mi sono messo in cammino, prima dentro me stesso e poi dentro la storia e le tradizioni del jazz”. Un jazz, soprattutto, siciliano. Bagnato dalle “lacrime” della sua terra. Di quegli emigranti-musicisti che partivano con la valigia di cartone e, addosso come una seconda pelle, il loro strumento a fiato.

Prima del live, in apertura della serata di chiusura dell’ottava edizione del Vittoria Jazz Festival, sul palco erano saliti l’assessore alla cultura della città, Gaetano Bonetta, per i saluti istituzionali insieme al patron del festival, Emanuele Garrasi e al sindaco di Vittoria, Giuseppe Nicosia. Sono stati loro a rivelare al pubblico che la prima jazz band siciliana è stata proprio vittoriese e che a crearla è stato Lello Di Geronimo, mentre sul grande schermo allestito in piazza scorrevano le foto della band.

L’edizione 2015 va così in archivio come una rassegna da primato, per la presenza costante e continua di mostri sacri del jazz e le parole di Garrasi non potevano che essere cariche di entusiasmo: “La mia città merita anche questa scoperta” ha dichiarato, tributando al pubblico del festival un particolarissimo ringraziamento per avere fatto sì che l’ottava edizione strepitosa di suo, diventasse straordinaria per “le emozioni condivise”. E il tributo, totale e “commovente”, del pubblico a Cafiso e al suo festival, è arrivato con la standing ovation finale e l’ennesimo bis.