Il senso civico che diventa anonimo

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Immagine di repertorio

Diversi mesi fa, molti di noi che nelle testate giornalistiche seguono quotidianamente le vicende del Comune di Modica, insieme ai rappresentanti di alcuni partiti di opposizione, hanno ricevuto per diverse vie una lunga lettera anonima attraverso cui il sindaco Ignazio Abbate e molti assessori della sua Giunta venivano fatti oggetto di una impressionante quantità di accuse, le più morbide delle quali si muovevano nel campo della corruzione e della concussione, passando per un’appena più lieve sequela di possibili casi di abuso d’ufficio.
In questi giorni, di lettera ne è spuntata un’altra, in cui si torna a sciorinare ipotetiche situazioni di tornaconto personale nella gestione dei servizi comunali.
Sia nel primo che nel secondo caso, la mossa vigliacca di chi lancia i sassi e ritira le mani ha trovato pronte ad esporsi altre mani – qualora non si voglia arrivare a sospettare che siano le stesse, destra e sinistra, che fanno finta di non sapere nulla l’una dell’altra – in soggetti politici evidentemente smaniosi di affiancare il proprio nome a strategie di scandalismo facile e di cercare per il proprio ruolo una visibilità che sarebbe forse altrimenti impensabile (prima lo hanno fatto quelli del Movimento 5 Stelle, ora quelli di Forza Italia).
Senza nulla togliere ai colleghi che hanno riportato la “notizia” (con qualche dubbio, tutt’al più, sul fatto che la si possa davvero confezionare come tale), non c’è probabilmente bisogno di dilungarsi sulle sin troppo ovvie ragioni che ci hanno spinto a cestinare sia la lettera anonima sia i commenti che le si riferiscono: non diremo che non siamo degli sprovveduti solo perché non accettiamo di esporre il nostro spazio ad una legittima e tempestiva denuncia per diffamazione, ma piuttosto perché non accettiamo di prestarlo alla vigliaccheria dell’anonimato e della calunnia.
Di fronte ad un così spinto tentativo di fare rumore con questo mezzo, accompagnato – ce lo consentirete – da una davvero ingenua sottovalutazione del nostro grado di buon senso personale e di responsabilità professionale, è infatti almeno il caso di fare un commento su ciò che questa vicenda rivela a proposito della qualità del dibattito politico e, più in generale, del senso civico con cui quotidianamente si misura la vita della comunità modicana.
A voler leggere fino in fondo questa buffonata della lettera anonima, infatti, tutto si riduce al fatto che ci sono manipoli di modicani a tal punto interessati all’utilizzo del potere a scopi personali che sono pronti a denunciare i casi in cui le persone eventualmente favorite non siano esse stesse. E che l’utilizzo dell’anonimato per svolgere questo tipo di denuncia finisce per porre i denuncianti sullo stesso (presupposto) piano degli incolpevoli denunciati, costringendo persino chi non desidererebbe altro che la morte politica di questo sindaco e della sua amministrazione ad una difesa d’ufficio nei loro confronti.

A morire, infatti, così è proprio la politica. E, ancora peggio, il valore della convivenza civica e dei presupposti di legalità su cui si fonda.
Nel pressoché assoluto vuoto di opposizione in cui a questo sindaco è consentito di fare il bello e il cattivo tempo senza che nessuno si scandalizzi di nulla e senza che all’orizzonte si veda nemmeno la più pallida ombra di un’alternativa possibile, davvero non si può fare niente di meglio che combatterne l’opinabile sistema amministrativo a parte scegliere l’impostura dell’insulto e del pettegolezzo? E nello smantellamento generale del senso della cosa pubblica, in cui ogni eventuale reato dovrebbe trovare nella Procura della Repubblica la sola e unica sede di denuncia, davvero non può fare niente di meglio che scegliere la scorciatoia dell’anonimato?
Forse in un tempo di impostori avvezzi alle scorciatoie, anche tra gli avversari del potere emergono solo gli impostori avvezzi alle scorciatoie. E dove siano finite le persone per bene, e se non sia da biasimare anche il loro silenzio, è la domanda aperta che consente a tutti costoro, da un lato e dall’altro, di continuare a operare come operano, mortificando una storia, anche recente, di dibattito politico e pubblico di un livello nettamente più degno del passato storico e dell’identità culturale di questa città.