Sasà Cintolo non le ha mandate a dire

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Non sono mancate intemperanze quando all’incontro coi giornalisti, si è presentato anche il segretario regionale Coni Lionello Nuccio. Presenza che è stata vista come una grave provocazione, non essendo stato invitato né essendo un rappresentante della stampa.

Nonostante sia al centro della bufera, Sasà Cintolo ha comunque mantenuto il solito aplomb nel respingere ogni possibile accusa ed illazione su una gestione poco trasparente della Scuola. Ha parlato di un attacco da parte del Coni regionale che in più di un’occasione avrebbe tentato di depotenziare, se non chiudere, la struttura ragusana, fiore all’occhiello dell’intero territorio.

Di contro, Cintolo sottolinea di avere sempre avuto i conti a posto e di aver negli anni condotto una strenue battaglia per racimolare i contributi e tenere in vita la Scuola, nonostante i tentativi di “demolizione”. Parla senza troppi peli sulla lingua Sasà Cintolo: “Quattro anni fa è venuto a Ragusa anche il collegio nazionale dei Revisori dei Conti, per una normale revisione che terminò persino coi complimenti per la gestione della Scuola. Questo per dire che per quanto riguarda questo tipo di situazioni il sottoscritto è talmente tranquillo che sta facendo in modo che le accuse si possano ribaltare su chi le sta muovendo. Il problema di fondo è che sin dal primo momento, dal suo insediamento come presidente regionale Coni, in pratica l’obiettivo di D’Antoni è stato da sempre la chiusura della struttura ragusana”.

Cintolo cita molteplici interlocuzioni, nelle quali il presidente regionale si sarebbe lamentato delle spese per la gestione della Scuola nonché per la sua posizione marginale. “Come se il complesso che mandavamo avanti potesse essere paragonato ad un appartamento – sottolinea Cintolo – in realtà questa struttura è stata considerata ed è attualmente, anche se degradata per le inadempienze del Coni nazionale, tra le più belle di Italia. Diciamo che l’invidia e la nostra marginalità geografica stanno causando la chiusura della scuola. Non mi preoccupo. Ricordo che il contratto col proprietario dell’immobile è in fase di scadenza, quindi se non disdetteranno da Palermo ci penserà l’ex provincia regionale, non mancando di fare i conti dei danni alla struttura per inadempienza del Coni nazionale”.

E quindi, denunciando una sorta di blitz ed un arrembaggio da parte dei rappresentanti regionali, che già ieri hanno tentato di cambiare le serrature della struttura, Cintolo si dice di rispettare la legittima scelta da parte del presidente del Coni regionale di revocargli la nomina a delegato provinciale Coni, ma di non arretrare di un millimetro sulle accuse ricevute e sulla sopravvivenza della struttura. “Ci appelleremo alla politica, alle istituzioni ed alla nostra deputazione per sventare questo tentativo di ‘scippo’. Sono in attesa di ribaltare questo danno sui veri responsabili. Loro sono venuti con l’obiettivo preciso di cacciare via il sottoscritto e chi è vicino a me. Probabilmente la mia attività ed i miei trascorsi facevano danno a chi ha mire di potere e di visibilità”.

 

Destano molto stupore le dichiarazioni dell’ex delegato provinciale Coni, Sasà Cintolo, circa un fantomatico defilarsi del Comitato olimpico dalla Scuola dello Sport di Ragusa. Affermazioni che sono prive di qualsiasi fondamento“. Lo afferma in una nota Sergio D’Antoni, presidente del Coni Sicilia. “L’impegno del Coni per la struttura ragusana resta immutato – aggiunge D’Antoni -, e nulla ha a che fare la sorte della Scuola con le ragioni che hanno portato alla revoca dell’incarico di Cintolo. Motivazioni che restano strettamente legate a comportamenti individuali“, conclude D’Antoni.