I suoceri lo accolgono in casa per scontare i domiciliari, ma lui vessa la figlia

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Immagine di repertorio

E’ stata risolta dalla Polizia del Commissariato di Vittoria una situazione molto ingarbugliata caratterizzata da un’escalation di atteggiamenti violenti ai danni di una giovanissima donna romena madre di un bimbo di pochi anni, suscettibile di evolversi in fatti ben più gravi.

Un tunisino di 29 anni, condannato per reati relativi allo spaccio di stupefacenti, dopo circa due anni di carcere, da qualche mese era stato ammesso a scontare la pena in regime di detenzione domiciliare. Prima del suo arresto, per diversi mesi aveva intrapreso una relazione sentimentale con una giovane donna romena di 25 anni, madre di un bimbo di pochi anni, ed assieme vivevano a casa dei genitori di lei.

All’atto della concessione del beneficio della detenzione domiciliare, il tunisino ha dichiarato di volere scontare la pena presso casa dei suoceri, non avendone egli una propria e non avendo parenti in Italia.

La famiglia romena, comprendendo le difficoltà dell’uomo, nonostante fosse già stato chiaro nel corso del periodo di carcerazione che la relazione sentimentale con la propria figlia era finita, si era dimostrata disposta ad accoglierlo.

Addirittura, nei primi mesi, la ex compagna aveva vissuto in un altro appartamento che era riuscita a prendere in affitto con i proventi del suo lavoro. Dopo, non riuscendo più a sostenere gli oneri della pigione, era tornata a casa dei suoi dove era ospitato l’ex compagno. La nuova convivenza la portava a subire una serie interminabile di soprusi e vessazioni che infine, nei primi giorni di marzo, dopo un intervento notturno della Volante a casa per una lite in corso, si decideva denunciare.

L’Ufficio Minori del Commissariato di Polizia ha esaminato molto attentamente la situazione ed oltre ad inviare l’attenta informativa di reato alla Procura della Repubblica di Ragusa per i reati di violenza, minacce e lesioni personali (in occasione di una lite, con policontusioni giudicate guaribili in sei giorni), ha dettagliatamente relazionato l’Ufficio di Sorveglianza di Siracusa, che in tempi celerissimi ha adottato un provvedimento nel quale si prende atto che la condotta del tunisino è incompatibile con la prosecuzione della misura alternativa della detenzione domiciliare e che il soggetto ha evidenziato una pericolosità sociale insita in condotte violente, ed ha dichiarato la sospensione provvisoria della misura della detenzione domiciliare disponendo l’accompagnamento in carcere.