“I nostri randagi deportati”. L’appello degli animalisti contro i trasferimenti in Campania

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Immagine di repertorio

“I nostri cani randagi vengono deportati”. Si alza sui social, e non solo, la protesta contro il servizio di ricovero, cura e mantenimento dei randagi che il Comune di Ragusa ha assegnato a un’Ati campana. 

Gli animalisti iblei stanno da diverse settimane contestando la pratica che ha già coinvolto 100 randagi, ponendo diversi dubbi sulle pratiche utilizzate, sull’adeguatezza delle strutture individuate oltre che sui criteri utilizzati nel bando.

“Determinante, per l’assegnazione del servizio, il ribasso d’asta – ha spiegato Carmelo Ialacqua di Movimento città – che ha visto prevalere le due associazioni campane nonostante la proposta tecnica fosse deficitaria. Dai verbali di gara risulta infatti vincitrice l’ATI campana soprattutto per il ribasso d’asta (pari al 7,5 per cento su un importo base di 169.360 euro per 12 mesi) mentre la Dog Professional di Ragusa aveva ottenuto il punteggio più alto per l’offerta tecnica/progettuale“.

Politicamente Ialacqua segnala come la medesima operazione in altre regioni sia stata osteggiata anche da esponenti del Movimento cinque stelle. “Sembra che il Comune voglia solo ‘rimuovere’ il problema, allontanandolo geograficamente. Lo stesso M5S di Fiumicino si è del resto opposto a provvedimento analogo, proprio verso lo stesso canile nel casertano”. Nell’interrogazione Ialacqua chiede infine se esiste un sistema di tracciabilità dei cani deportati: “Se non altro per essere sicuri dell’accudimento dei cani in quei siti, dal momento che una loro ‘scomparsa’ comporterebbe comunque una responsabilità, se non altro etica, della nostra amministrazione”.

Si chiede pure di accertare se il canile che ospita gli animali provenienti da Ragusa abbia tutti i requisiti previsti dalla legge. 

Sulla stessa linea gli animalisti che, dopo aver incontrato l’amministrazione, a quanto pare senza trovare una linea condivisa, stanno organizzando un confronto pubblico per venerdì 20 gennaio alle ore 19 presso il Prima Classe. Lo annuncia Franca Schininà: “Non possiamo fare finta di nulla, serve un’azione che coinvolga l’intera collettività”.

La Schininà, da anni in prima linea per i diritti degli animali, ha denunciato, anche attraverso una lettera aperta su Facebook, una mancanza di ‘rispetto’ con la quale già 70 cani sono stati prelevati dalle strutture iblee. Sarebbero stati utilizzati dei cappi per il trasporto in gabbie per circa mille chilometri. “Cani dei quali non abbiamo più ricevuto notizie – ha detto – nonostante avessimo chiesto almeno delle fotografie. A giorni dovrebbe partite un altro ‘carico’ con trenta cani, tra i quali cuccioli e randagi malati. Siamo molto preoccupati”.

L’amministrazione comunale puntualizza: “Abbiamo verificato tutti i passaggi seguiti e le strutture aggiudicatarie del bando – ha dichiarato l’assessore Nella Disca – hanno tutti i certificati in regola. Pensiamo comunque di andare nelle prossime settimane in Campania per verificare di persona le condizioni in cui i nostri randagi vengono accuditi”.