I botti, il malore e il pronto soccorso veterinario che non c’è: la storia di Charlie

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E’ stato dimesso ieri sera dalla clinica veterinaria h24 di Siracusa nella quale dei bravi dottori si sono presi cura di lui, strappandolo alla morte quando ormai tutto sembrava compiuto. Questa è la storia a lieto fine di Charlie, uno yorkshire di 11 anni, che la notte di Capodanno è quasi volato via a causa di un edema polmonare dovuto ad una cardiopatia che fino a quel momento nessuno aveva mai diagnosticato.

Charlie dovrà fare una cura (tra l’altro anche molto costosa), ma la sua disavventura fa riaccendere i riflettori su un problema molto grave per la provincia di Ragusa: la mancanza di un pronto soccorso veterinario h24. Nei 12 comuni iblei, allo stato attuale, non esiste una struttura nella quale i veterinari operino 7 giorni su 7, 12 mesi l’anno. Ci sono tre cliniche, ma non lavorano né la notte né nei festivi. I veterinari quasi sempre hanno la reperibilità, ma se accade quello che è successo a Claudio Coltello, un giovane architetto di Comiso, può non bastare. La buona notizia è che il 2018 potrebbe essere l’anno buono, perché una di queste tre potrebbe dare il via al servizio.

E’ stata davvero una brutta avventura – racconta Claudio, il “papà” di Charlie – perché è stata una corsa contro il tempo per salvarlo. Charlie ha iniziato a star male la sera del 30 dicembre, respirava velocemente, ma la mattina del 31 sembrava stesse bene, si era ripreso. Nel pomeriggio, a causa dello scoppio dei botti, la situazione è precipitata. Si è spaventato moltissimo e ha iniziato ad ansimare, ho contattato alcuni veterinari della zona ma mi hanno risposto tutti la stessa cosa: portalo a Catania o a Siracusa. Alle 18.15, vedendo che si stava aggravando, abbiamo capito che non era più il caso di tergiversare e siamo partiti alla volta di Siracusa. Abbiamo rischiato di vedercelo morire in macchina, ma cos’altro avremmo potuto fare? Quando siamo arrivati, Charlie era ormai stremato e lo hanno dovuto rianimare. Poi lo hanno ricoverato e adesso, per fortuna, sta bene. Voglio sperare che, dando risalto a questa vicenda, possa accadere qualcosa, e che presto anche la provincia di Ragusa possa avere un pronto soccorso veterinario h24″.

Claudio ha denunciato in un post su Facebook quello che gli è successo, chiedendo perché una realtà tanto importante quanto quella ragusana non abbia un pronto soccorso veterinario. Il problema sarebbe dovuto al fatto che non esiste un sistema sanitario nazionale come per gli uomini, capace di garantire prestazioni pubbliche; tutto è affidato al buon senso dei veterinari privati, che dovrebbero organizzarsi per creare una struttura capace di fornire un servizio efficiente sempre, a prescindere dall’ora e dai giorni rossi sul calendario. In altre province questo è già avvenuto, vedi Catania e Siracusa, a Ragusa ancora no.

Il presidente dell’Ordine dei Veterinari della provincia di Ragusa, Enzo Muriana, da noi contattato telefonicamente sulla vicenda, afferma di essere consapevole del fatto che “il futuro è proprio questo” e che “i colleghi dovrebbero capirlo e organizzarsi di conseguenza, riunendosi in modo da avere i turni“. “Mi sono già fatto portavoce di questa esigenza più volte – dichiara – ma finora l’appello è caduto nel vuoto. La vicenda del piccolo Charlie, però, mi sprona a rilanciare l’opera di sensibilizzazione già dalla prossima riunione”.