Cristiano Rolando, viaggio tra le piaghe di una terra bellissima

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E’ il secondo capitolo della saga, ma è anche un prequel che invita a fare un passo indietro per capire le dinamiche che hanno portato a “R.Di Caprio”, la pellicola datata 2012 e prodotta da Axel Film.

“Cristiano Rolando” fa luce sui fatti che hanno reso Rolando quello che abbiamo visto 5 anni fa al cinema. Nessun problema, dunque, per lo spettatore, nel seguire la trama, anche se non ha visto il primo film della trilogia, che è un condensato di tematiche estremamente attuali nel territorio ibleo e, più in generale, in tutta la Sicilia. Trattarle cercando di strappare un sorriso è un’impresa non semplice. C’è il problema del reinserimento sociale dei detenuti ( “non c’è lavoro nemmeno per le persone normali, figuriamoci per quelli come voi”), c’è il dramma della violenza sulle donne e dello sfruttamento sessuale delle straniere in mezzo alle serre, del caporalato ( 30 euro e una cassetta di pomodoro per un giorno di lavoro nei campi), dell’immigrazione e del razzismo, della tratta degli esseri umani, della mafia e del pizzo.

Le riprese sono iniziate nel giugno 2017 e si sono protratte fino alla fine di agosto, a dicembre il lavoro di post produzione era stato ultimato.

Alessio Micieli è il factotum di questa pellicola realizzata quasi a costo zero, ne firma regia e sceneggiatura e veste i panni del protagonista. Dalla prigione, dove ha passato gli ultimi tre anni, alla libertà, fatta di povertà e di un casolare perso nelle campagne ragusane. Qui si è nascosta Angelìca ( interpretata da una bravissima Anastasia Armenante), che fa il suo ingresso sulla scena come nessuna donna mai dovrebbe farlo: ha lividi ovunque, i vestiti  strappati, un orecchio sanguinante, è scalza e brandisce un bastone come un’arma contro chiunque osi avvicinarsi. Il motivo è facilmente intuibile: un datore di lavoro violento che l’ha abusata più volte, con il benestare di un fratello che continuava a ripetere “tanto è solo per poco”. Angelìca piano piano rinasce. In fondo non ci vuole molto: un po’ di amore, tanto rispetto e un piatto caldo e Ronaldo, con tutti i suoi difetti e i suoi problemi, almeno su questo è ineccepibile. Si fa in quattro per questa ragazza, per amore, è vero, ma l’impressione è che lo avrebbe fatto con chiunque per puro spirito di carità. Da qui Cristiano Rolando, ossia Rolando il cristiano, l’uomo che davanti alla Croce, come dice padre Anselmo (alias Giovanni Arezzo) non ha nulla da temere perché ne segue i dettami, seppur a modo suo.

Nel cast, tra gli altri, il palermitano Vincenzo Ferrera nei panni del Comandante Scopello e Lucio Micieli in quelli del Maresciallo Palombo, e poi i vittoriesi Turi Seminara, Maurizio Iachella e Nunzio Quattrocchi con i loro tre personaggi capaci ognuno di dare un nome a tre drammi del nostro tempo: il primo è il caporale Don Titta, arriva sul trattore e cerca manodopera straniera da buttare sui campi a 20 euro al giorno; il secondo è Don Diego, il classico prepotente mandato a riscuotere il pizzo a suon di minacce nei confronti del più debole e che scappa non appena incrocia sulla sua strada una persona un po’ più prepotente di lui; il terzo, Spikalino, è quello talmente buono da essere scemo (e che puntualmente finisce tra le grinfie dei bulli) e solo al punto da tenere in casa un parente morto da chissà quanto pur di avere una persona accanto.

Le avventure di Rolando si svolgono sullo sfondo di una terra bella e selvaggia come solo quella siciliana sa essere, immortalata dall’eccezionale fotografia di Gabriele Vizzini che vola sulle campagna arse dal sole e si insinua tra i vicoli barocchi. Il film è stato girato in prevalenza a Chiaramonte Gulfi, ma anche a Ragusa, Marina di Ragusa e al Castello di Donnafugata.

Nessuno nasce infame” il sottotitolo del film, sono le circostanze della vita che ti trasformano e ti fanno diventare quello che non sei, se non trovi una mano tesa e pronta ad aiutarti. In programma adesso c’è il terzo ed ultimo capitolo della trilogia, con il ritorno di Rolando da Londra, dove lo abbiamo lasciato nell’ultima scena di R.Di Caprio. Stavolta sembra avere le idee chiare su quello che vuole diventare e su come riprendere in mano la sua vita. Il soggetto c’è già, la sceneggiatura sarà scritta nei prossimi mesi e si girerà anche in Inghilterra.

Per il momento, però, è tempo di tour. Il film è già stato presentato e proiettato nei cinema di Ragusa e Vittoria, a breve sarà la volta di Scicli, Gela, Pozzallo e Palermo. Poi, in primavera, si volerà negli States.