Chiaramonte in festa per la propria Regina e Patrona

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Sono di quelle emozioni che quasi non si possono raccontare. Solo vivendole, trovandocisi in mezzo, è possibile percepire l’affetto profondo e la devozione che i chiaramontani nutrono per la propria Regina e Patrona. E’ la giornata in cui un territorio manifesta nel profondo, al di là degli aspetti prettamente religiosi, la propria identità. Anche ieri mattina tutti di corsa a ringraziare Maria Santissima di Gulfi. Un modo unico di esprimere un attaccamento che dura da secoli e che, ogni anno, si rinnova con trepidazione. Dal santuario di Gulfi sino ad arrivare in piazza Duomo, fedeli a migliaia. Una lunga teoria di devoti ha animato, senza soluzione di continuità, un percorso lungo quattro chilometri. E’ la corporeità della fede. Che si traduce nel celebrato atto della “salita”, l’“accianata” per dirla in dialetto. Ma è, soprattutto, la passione di un popolo, quello che si riconosce nella propria Madre.

La festa più attesa del centro montano non ha tradito le attese. Nonostante le condizioni climatiche non proprio favorevoli, contrassegnate da un fastidioso vento. La tradizionale “Salita della Madonna” è stata caratterizzata, sin dalle prime ore del mattino, dal pellegrinaggio verso il santuario di Gulfi. Poi, dopo la concelebrazione presieduta dal nuovo rettore del Santuario, padre Graziano Martorana, è stato dato il via, alle dieci in punto, al momento più coinvolgente. Lungo i tornanti della strada provinciale n.7, che collega il santuario a piazza Duomo, i portatori a fare da battistrada, preceduti dai componenti della banda musicale Vito Cutello ad intonare l’immancabile “N. 11”, la processione si è mossa, come sempre, con una velocità che non conosce paragoni rispetto ad altre manifestazioni religiose analoghe presenti nel circondario diocesano. Tutti si sono dati da fare grazie all’utilizzo delle apposite corde. Dagli uomini di Chiesa ai rappresentanti delle forze dell’ordine, dalla gente più semplice a studiosi di fama e imprenditori affermati. Non c’è stata distinzione. Tutti accomunati dal grido “Viva Maria”. Alternando tratti di corsa ad altri con passo comunque spedito, il simulacro, come succede sempre, ha raggiunto piazza Duomo nel giro di un’ora, alle undici in punto. C’è stato il tempo, però, e anche in questo caso la tradizione è stata rispettata, per una sosta, all’ingresso di Chiaramonte, in cui i portatori e alcuni fedeli si sono rifocillati recuperando le energie grazie ad alcuni limoni mentre altri intonavano il “Tota pulchra”. Poi il panorama del paesaggio si è modificato e alla campagna chiaramontana, caratterizzante il primo tratto della processione, sono subentrate le viuzze caratteristiche della via Gulfi con la lunga processione insinuatasi nel cuore del centro montano alla stregua di un lungo serpentone. Un’emozione sempre nuova, per giovani e anziani, gli stessi che hanno dato vita ai momenti distintivi della salita.

Il predicatore, frate Alfio Lanfranco, ofm, ha accolto la processione, ricca di numerose suggestioni, all’ingresso trionfale in piazza Duomo dove, al momento dell’arrivo del simulacro, la folla presente ha fatto partire un lungo, sentito e scrosciante applauso. Quindi, i portatori, noncuranti della fatica, hanno fatto sì che la tradizione venisse ulteriormente rispettata con le numerose entrate e uscite del simulacro dalla navata centrale dell’edificio di culto. E ad ogni uscita il convinto applauso dei fedeli in una piazza stracolma a volere ringraziare l’attenzione che la Madonna di Gulfi riserva, ogni anno, alla città. Presente alla manifestazione anche il sindaco Sebastiano Gurrieri e i componenti della squadra assessoriale. Le celebrazioni sono proseguite alle 14,30 con il tradizionale “cuncursu” per le vie cittadine, vale a dire la processione pomeridiana. Alle 17,45 un altro momento atteso con il simulacro del Patrono San Vito portato in Chiesa madre. Alle 19, la celebrazione eucaristica che sarà presieduta dal predicatore.