“Chi stai taliannu?” E lo accoltella. Ma testimoni e vittime non denunciano per paura

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Immagine di repertorio

Altri guai giudiziari per Rosario Greco, il 37enne vittoriese arrestato per duplice omicidio stradale per la morte dei cuginetti Simone e Alessio D’Antonio.

Ecco la nota della Polizia di Stato: 

La Polizia di Stato – Squadra Mobile e Commissariato di Vittoria – ieri mattina ha eseguito, su disposizione della Procura della Repubblica di Ragusa, la misura cautelare della custodia in carcere per tentato omicidio, emessa dal Giudice delle Indagini Preliminari, a carico di G.R. vittoriese di anni 37.

Il 15 giugno un vittoriese era andato a mangiare un panino presso il camion-bar parcheggiato al piazzale  dell’ex campo di concentramento. Durante l’attesa ha incrociato lo sguardo di G.R. e questi chiedeva, con atteggiamento di sfida, “chi sta taliannu?!”. L’avventore ha risposto che non stava guardando lui, ma G.R., non pago per la risposta ricevuta, ha deciso di avvicinare la vittima con la quale ha iniziato una discussione verbale.

Un amico (pluripregiudicato) di G.R. ha tentato di farlo desistere ma questi ha cercato a tutti i costi lo scontro fisico. Nonostante i tentativi dell’amico di “spegnere” la lite sul nascere, quando sembrava che G.R. stesse per chiarire e non andare oltre, ha estratto un coltello colpendo con un fendente la vittima.

Dopo la coltellata vi è stato un fuggi fuggi generale, in primis l’autore del reato ed il suo amico, così come le mogli di questi ed altri avventori. La vittima con la maglia insanguinata ha chiesto a aiuto ai presenti ma avendo riportato delle ferite apparentemente superficiali, senza mai neanche essere caduto a terra, ha preso l’auto e da solo è andato al pronto soccorso. La vittima non ha chiamato le forze dell’ordine così come non lo ha fatto nessuno dei presenti al piazzale. Tutti hanno visto cosa era accaduto ma nessuno ha pensato bene di avvisare la Polizia.

La vittima, una volta in ospedale,  ha riferito ai medici di essersi fatto male accidentalmente, ma i medici hanno avvisato la Polizia di Stato che dopo pochi minuti ha raggiunto il ferito. Gli uomini della Volante del Commissariato non hanno creduto alla versione riferita pertanto hanno chiesto l’intervento della Squadra Mobile che tempestivamente ha dato avvio ad un’attività di ricerca di fonti di prova.

La vittima non aveva una ferita superficiale pertanto i medici hanno deciso di operarlo quindi non poteva più essere ascoltato dagli investigatori. Da alcuni elementi è stato possibile comprendere che l’uomo era stato proprio al piazzale dove è parcheggiato il camion dei panini pertanto venivano esaminati degli impianti di video sorveglianza.

Da questa analisi e da informazioni ricevute nella zona del tentato omicidio, è stato possibile far ricadere i sospetti su G.R. dopo meno di 48 ore, pertanto la Squadra Mobile richiedeva alla Procura della Repubblica di dare avvio ad altre tipologie di attività d’indagine, in primis una visita medico legale della vittima. Il medico, il giorno dopo la coltellata inferta, ha disposto un’indagine scientifica al fine di ricostruire l’esatta dinamica del fendente inferto alla vittima, questo al fine di poter stabilire se la coltellata avesse potuto uccidere o solo ferire il destinatario. Questo discrimine è necessario per l’esatta qualificazione giuridica di quanto accaduto.

Dopo pochi giorni la Polizia di Stato ha consegnato un’informativa di reato dove’è stato ampiamente descritto quanto accaduto. La vittima, ascoltata al suo risveglio dopo l’operazione, ha dovuto ammettere di avere avuto una lite con G.R. che conosceva solo di vista e che quella era lo aveva solo guardato. L’uomo ha riferito di non aver subito raccontato quanto accaduto perché temeva di denunciare.

Anche i testimoni temevano di denunciare quanto accaduto difatti nessuno aveva chiamato il numero di emergenza e nessuno aveva raccontato. Il giorno dopo la lite la Squadra Mobile ed il Commissariato di Vittoria, hanno convocato diverse persone che inizialmente erano reticenti. Davanti all’evidenza dei fatti ed alle immagini di videosorveglianza non hanno potuto fare altro che raccontare quanto realmente accaduto.

La Procura della Repubblica di Ragusa, ricevuta l’informativa di reato della Polizia di Stato, ha dovuto attendere la ricostruzione medico-legale. Non appena il medico ha indicato che la condotta di G.R. avrebbe potuto cagionare anche la morte della vittima, la Procura ha immediatamente richiesto l’applicazione della misura cautelare della custodia in carcere. Il Giudice per le Indagini Preliminari esaminata la richiesta di applicazione della misura cautelare ha disposto che venisse condotto in carcere.

Nelle more che il medico legale completasse tutti gli accertamenti medici, G.R. veniva tratto in arresto per altra causa, pertanto la misura cautelare è stata notificata in carcere dove attualmente è detenuto.

“La Polizia di Stato ha ricostruito, con rapidità ma al contempo molta fatica, la gravità della condotta posta in essere dall’indagato. Nessuno dei presenti, addirittura neanche la vittima, aveva denunciato. Grazie agli investigatori della Squadra Mobile e del Commissariato di Vittoria, si è comunque riusciti in meno di 72 ore ad individuare il presunto autore del reato”.