A Caccamo i funerali di Roberta Siragusa: “Ora danzi con gli angeli”

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Nella Chiesa Santissima Annunziata di Caccamo si sono celebrati i funerali di Roberta Siragusa, la giovane uccisa nella notte tra sabato 23 e domenica 24 gennaio.

A presiedere il rito funebre l’arcivescovo di Palermo, Corrado Lorefice, che nell’omelia ha detto:

“Siamo qui, sconvolti. Senza parole. Dinnanzi al corpo di Roberta. Corpo martoriato. Sacrificato. Vita che ci è stata rubata. Perchè? Ancora una volta, risuona un grido: perchè? Perchè questo strazio indicibile inflitto ai cari genitori Iana e Filippo, al fratello Dario, ai familiari, agli amici, alla città intera? Una vita distrutta e rubata troppo presto, in modo oltremodo crudele… L’uomo, dice la Parola di Dio ha due strade: quella della relazione e quella della violenza. E oggi vediamo come la violenza abbia distrutto la bellezza di Roberta, la bellezza delle sue relazioni, la bellezza che lei aveva il compito di far crescere nel mondo. Senza parole. In certi momenti si vorrebbe solo stare in silenzio e piangere sommessamente un dolore indicibile, inaudito. Un corpo che aveva il fuoco della vita e si apriva al fuoco dell’amore è davanti noi, sfigurato dalle fiamme della violenza. E in questo corpo bruciato ci sembra che sia racchiuso il dolore di un mondo nel quale ancora domina la violenza”.

L’arcivescovo di Palermo ha aggiunto, “piangiamo il destino dell’umanità quando essa sceglie la violenza, la morte. Non ci sono parole per consolare il vostro strazio, cari genitori. Siamo in silenzio con voi. L’intera famiglia umana oggi piange Roberta. Chiunque è violento non sa che la violenza ha la forza distruttiva di una bomba all’idrogeno: provoca una deflagrazione a cascata. Nel costato di Cristo, aperto e trafitto con violenza, entrano tutti i cuori lacerati dalla violenza. Il cuore di Cristo attende anche il dolore – che deve essere dilaniante – e il pentimento, a caro prezzo certamente, di coloro che provocano violenza”.

E un monito «A Lui vengano oggi anche tutti quelli che fanno e hanno fatto violenza, perchè alla sua luce comprenderanno l’enormità di quel che hanno fatto».

Rivolgendosi direttamente a Roberta: “Il tuo corpo ustionato dalla violenza sarà trasfigurato dall’ardente amore di Dio che ti ha dato vita e bellezza. La tua bellezza insanguinata e sfigurata, nel Crocifisso Risorto splenderà per l’eternità. Venite a Lui, al suo amore, alla sua misericordia, voi a cui Roberta è stata strappata: tu mamma Iana, tu papà Filippo, tu Dario suo amato fratello. Voi suoi amici. Solo nostro Signore, che è morto sfigurato nell’abbandono della croce, dopo aver squarciato con un grido il silenzio del Padre, solo Lui sa come starvi vicini. Senza parole. Accogliendo il vostro silenzio e il vostro grido, la vostra ribellione e la vostra disperazione”.

Il sindaco ha detto: “Ti prometto che renderemo sempre vivo il tuo ricordo… ciao Roberta, da oggi potrai danzare nel cielo insieme agli angeli del paradiso…”.

Gli amici: “Giustizia oggi chiediamo per te e per tutte le donne” vittime di violenza”.

La famiglia alle donne vittime di violenza: “Parlate, denunciate”. E agli amici, ai parenti di chi subisce violenza: “Siate voi a denunciare, a rivolgersi a chi di dovere per un aiuto. Non giratevi dall’altra parte”.

E ancora: “Riscopriamoci educatori di buone maniere… la morte atroce di Roberta deve farci richiedere: io cosa posso fare per quella mia amica che si trova in quella situazione. La risposta la conosciamo oggi tutti: è agire, agire in tempo…”