I conti, la Castello e Abbate: a Modica è scontri sul bilancio. E le imprese?

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“Nel merito dell’interrogazione del consigliere Castello, risponderò in Consiglio, ma intanto posso rassicurare tutti riguardo al fatto che la nostra gestione finanzaria è pienamente legittima“.

Così il sindaco Ignazio Abbate liquida le accuse del consigliere del Pd Ivana Castello, che ha denunciato una presunta manipolazione dei dati del bilancio comunale e in particolare dello stanziamento destinato al capitolo delle manutenzioni, che sarebbe stato trasformato da un giorno all’altro da 237 mila euro a 2 milioni di euro, determinando di conseguenza una serie di impegni di spesa in realtà privi di copertura finanziaria, oltre che uno squilibrio nel bilancio, tra uscite ed entrate, di 1,7 milioni di euro. “Ma gli equilibri del bilancio” replica Abbate “sono quotidianamente tenuti sotto controllo dagli organi competenti, dal responsabile finanziario al segretario generale al collegio dei revisori dei conti: in tutti questi mesi non ci è stato mosso alcun rilievo, abbiamo già approvato il consuntivo e posso assicurare che entro la settimana prossima approveremo in Giunta il preventivo del 2014“.

Ma il consigliere Castello, rispetto alla incongruenza denunciata, manifesta la propria preoccupazione non solo riguardo agli equilibri di bilancio, ma anche per le conseguenze che quella modifica nello stanziamento sul capitolo 12010/30 del titolo II delle spese – proprio quello su cui è stata caricata la maggior parte degli impegni finanziari relativi alle manutenzioni assunti da gennario a oggi (circa 1,6 milioni, secondo quanto dichiarato da Castello nella sua interrogazione) – potrà avere per le imprese.

“Vorrei dunque mettere in guardia il sindaco” dichiara Castello “rispetto al fatto che, pur mosso da tante buone intenzioni, non solo potrebbe aver agito ed agire in violazione delle leggi ma, spendendo senza autocontrollo, potrebbe danneggiare il Comune, l’economia del popolo modicano e le stesse imprese interessate agli impegni: queste ultime, infatti, rischiano di non ricevere quanto loro dovuto, perché i loro incarichi sarebbero privi di copertura finanziaria. Ma le determine relative a questi incarichi, fuori dai dodicesimi di bilancio a cui ci si sarebbe dovuti limitare nella spesa in regime di esercizio provvisorio, rappresentano una decisione e valgono in quanto atto amministrativo.
Nessuno vieta dunque che l’impresa incaricata compia l’opera o il servizio in cambio dell’accensione di un credito. E qui nasce la parola brutta: credito per l’impresa e debito per il Comune. Insomma, una illegittimità ne determina un’altra e questa un’altra ancora: la violazione dell’obbligo di agire in dodicesimi cagiona la mancanza di copertura finanziaria della determina e rischia di lasciare insoddisfatto un lavoro eventualmente eseguito, violando le recenti norme sulla tempestività dei pagamenti”.

Conclude la Castello: “Una cosa è comunque da fare: applicare l’articolo 153, comma 6, del Decreto legislativo 267/2000, che obbliga il responsabile finanziario a comunicare al Sindaco, al Presidente del Consiglio, al Segretario Generale, al Consiglio dei revisori e alla competente Sezione regionale di controllo della Corte dei conti, i casi in cui la gestione delle entrate o delle uscite possa pregiudicare gli equilibri di bilancio in modo non compensabile da maggiori entrate o da riduzione delle spese”.

[Fonte: La Sicilia]

Per chi vuole, qui si scarica il testo dell’interrogazione del consigliere Ivana Castello