Siamo in estate ma per spiagge e coste è già autunno: abbandonate e decadenti

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Immagine di repertorio di Punta di Mola

Se le imprese lavorano solo 141 giorni all’anno per guadagnare (e per il resto solo per pagare le tasse), gli enti locali lasciano in stato di abbandono gli arenili. Se da un lato i dati economici delle nostre imprese sono allarmanti, dall’altro è sotto gli occhi di tutti che i Comuni, in cui ricadono zone balneari, non intervengono alla pulizia delle spiagge per sostenere almeno l’industria del turismo, nella provincia di Ragusa.

È sempre più evidente infatti, soprattutto in questi primi giorni in cui è scoppiata l’estate, come molte delle spiagge e dei lungomare iblei versino in totale stato di abbandono.
Alghe putrescenti, spiagge sporche, servizi inesistenti sono riscontrabili nella fascia che va da Punta Braccetto a Marina di Ragusa. È davvero inversamente proporzionale l’incremento turistico e balneare, con la disattenzione e lo stato di abbandono e degrado della zona.

Quest’anno in particolar modo. Ancora il 25 giugno infatti, non è stato operato alcun intervento. Funziona anche poco la giustificazione dei Comuni che hanno carenza di somme disponibili perché per legge, le somme che vengono introitate dal pagamento dell’Imu e della Tarsu, dovrebbero essere impegnate per servizi relativi a manutenzioni e pulizia.

Va ricordato infine, che proprio i comuni di Santa Croce e Ragusa, applicano le aliquote più alte tra i Comuni che non si trovano in dissesto. Tutto questo non aiuta l’industria del turismo marittimo che , nel quadro generale molto preoccupante, soffre maggiormente se si considera che tale indotto, lavora a stento due mesi l’anno.