Un viaggio fuori dallo sfruttamento. Così “Solidal Transfert” aiuta i lavoratori immigrati

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Si chiama “Solidal Transfert” ed è un progetto di solidarietà che vuole rispondere alle esigenze delle persone che vivono e lavorano in zone agricole totalmente isolate. Il progetto è già operativo da oltre due anni e viene svolto da una cooperativa con il partenariato della Cgil. Un pulmino consente ai lavoratori del settore agricolo della fascia trasformata, che nella stragrande maggioranza sono stranieri, di raggiungere il centro urbano della città.
Sono interessate le città di Vittoria, Scoglitti, Acate e Santa Croce. L’attività è realizzata con un pulmino 9 posti che effettua la spola dalle zone rurali periferiche al centro urbano per quattro pomeriggi a settimana (martedì, giovedì, venerdì e sabato) con inizio tra le 17 e le 18, in coincidenza con la fine dell’orario di lavoro. Tale attività ha erogato servizi di accompagnamento per la spesa, invio di rimesse di denaro nei paesi d’origine, effettuazione visite mediche, accompagnamento al sindacato per consulenze e disbrigo pratiche, acquisto indumenti.
Inoltre, su richiesta, è stato predisposto l’accompagnamento presso il Consolato Rumeno di Catania per servizi quali smarrimento documenti e rilascio duplicato, scadenza carta d’identità rumena. C’è un altro obiettivo non facile, ma che grazie alla professionalità del personale impegnato è stato raggiunto. Riguarda la costruzione di relazioni di fiducia con le persone che vivono situazioni di emarginazione. All’interno dello stesso bus navetta, un operatore adeguatamente formato si è occupato, in una prima fase, di instaurare gradualmente relazioni di fiducia con i soggetti destinatari, finalizzate a creare una condizione di ascolto attivo e, in una fase successiva, di fornire loro gli strumenti necessari (divulgazione materiale informativo relativo ai nostri programmi di assistenza e contatti utili a cui rivolgersi) a far emergere le eventuali situazioni di disagio vissute. Tale impostazione ha sortito gli effetti sperati, tant’è che diversi lavoratori hanno verbalmente esposto il loro disagio, evidenziando difficoltà di vario genere (sfruttamento lavorativo, sessuale) e lamentandosi anche delle aberranti condizioni igieniche in cui versano gli alloggi, spesso messi a disposizione dei datori di lavoro, veri e propri tuguri, angusti e, in alcuni casi,senza neanche l’energia elettrica. Di questi lavoratori ben 12, con 6 minori a carico, hanno aderito ai programmi di emersione e prima assistenza previsti nell’ambito del progetto Novavita, abbandonando tale condizione.
I maggiori fruitori sono i rumeni, il 73.4 per cento. “La prevalente presenza di lavoratori di nazionalità rumena – spiegano i responsabili del progetto – negli ultimi anni è dovuta dal fatto che la comunità accetta le condizioni di salario inferiore proposte dal datore di lavoro e specificatamente una retribuzione di 25 euro al giorno e anche inferiore, spesso senza nessun contratto di lavoro e relativa copertura previdenziale, mentre i lavoratori tunisini e marocchini, presenti dalla fine degli anni Settanta non accettano paghe inferiori a 30/35 euro al giorno”. Sono in prevalenza gli uomini a usufruire del servizio, ma il dato dev’essere letto con attenzione. Non è da sottovalutare l’ipotesi che le donne siano maggiormente condizionate e assoggettate dal datore di lavoro e quindi meno libere di fruire del servizio. Il servizio è utilizzato in prevalenza da rumeni, anche perchè la comunità tunisina e quella marocchina, presente da più tempo, ha una certa rete di sostegno tra i connazionali. Il pulmino viene richiesto molto per andare a fare la spesa, per il disbrigo di pratiche come quelle relative all’indennità di disoccupazione. Ma anche recarsi nei centri medici per le visite e nelle stazioni.