L’ospedale di contrada Cisternazzi simbolo della manifestazione regionale del comparto edile

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Immagine di repertorio

A Ragusa un migliaio di edili disoccupati, nell’ambito della mobilitazione nazionale della categoria, si ritroveranno nei pressi di una famosa incompiuta siciliana, l’ospedale Giovanni Paolo II: 58 milioni di euro disponibili per l’opera ma cantiere bloccato.

“Abbiamo fatto questa scelta- dicono i segretari regionali di Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil, Franco Tarantino, Santino Barbera e Angelo Gallo– per dare visibilità a un problema diffuso: la negazione del lavoro e dei servizi alla collettività a fronte di stanziamenti disponibili che permetterebbero il completamento di una struttura indispensabile all’area”.

A partire dalle 10:30 in contrada Cisternazzi, quindi, gli edili manifesteranno per esprimere il disagio di una categoria che ha registrato dal 2008 ad oggi nell’isola 80 mila disoccupati. E che potrebbe prendere invece respiro se si spendessero i 7,2 miliardi di euro che, secondo i conti fatti dai sindacati “sarebbero disponibili- affermano Tarantino, Barbera e Gallo- ma rimangono impigliati nei ritardi burocratici, nei continui ricorsi delle imprese per i forti ribassi, nelle maglie di una legge sugli appalti da riformare, nei problemi creati dall’assenza di controlli che determina una deregulation dannosa per il completamento delle opere finanziate”.

Gli edili siciliani, oltre allo sblocco dei cantieri, chiedono nuovi investimenti, in una regione e in un paese che avrebbe quanto mai bisogno di infrastrutture strategiche e di un piano di messa in sicurezza del territorio e del patrimonio edilizio, ma anche rapidità nella spesa, nuove politiche industriali, sicurezza, legalità e regolarità nel lavoro, ammortizzatori sociali, un sistema pensionistico adeguato alla discontinuità del lavoro edile, che il Tfr non sia ulteriormente tassato. Aprirà il comizio Franco Tarantino, interverrà Santino Barbera e concluderà il segretario nazionale della Feneal Uil Fabrizio Pascucci. Interverranno anche delegati e disoccupati.