“Sono Carolina: comprate latte ragusano”. Gli allevatori iblei protestano a Palermo

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Le foto della protesta della Coldiretti Ragusa, con una delegazione di rappresentanti delle istituzioni e degli allevatori presenti a Palermo in piazza Crispi

La bontà delle produzioni locali e la tipicità del latte fresco sempre più a rischio. Gli allevatori lanciano un messaggio diretto ai consumatori, in un momento in cui la trattativa sul prezzo del latte segna un passo decisamente indietro.

In piazza Francesco Crispi, a Palermo, il comparto siciliano si unisce per rivendicare il ruolo delle aziende zootecniche e fare degustare ai consumatori il latte appena munto. Anche una folta delegazione di imprenditori ragusani sta partecipando in queste ore alla manifestazione di protesta congiunta tra l’associazione allevatori e la Coldiretti in programma oggi in tutta Italia, in 10 piazze da Roma in al Campidoglio a Milano nei pressi della Borsa, da Napoli a Bari ma anche a Venezia dove la stalla sarà galleggiante nel molo di Piazza San Marco.

“Registriamo dati allarmati su un problema reale che investe il tessuto produttivo delle aziende zootecniche ragusane”, ha spiegato il direttore della sezione ragusana Coldiretti, Pietro Greco: “su quattro buste di latte uht vendute, solo in una il latte è di provenienza italiana.

In Sicilia si producono un milione e 693 tonnnellate di latte ma ben 2 milioni vengono importati. La nostra è una battaglia per difendere il vero made in italy da contraffazioni e da assurde speculazioni. Vogliamo sostenere la battaglia del territorio e stare a fianco delle nostre imprese in un momento sicuramente molto difficile”. Oltre trecento gli imprenditori ragusani che daranno man forte alla manifestazione di protesta.

“Nella piazza palermitana è stata allestita una vera e propria stalla per mungere, dare da mangiare e custodire gli animali” aggiunge il direttore della Coldiretti “l’obiettivo è quello di far conoscere da vicino il difficile lavoro degli allevatori e gli effetti positivi per l’intera collettività ma anche i pericoli dell’abbandono delle nostre campagne, come dimostra il dossier L’attacco alle stalle italiane che sarà presentato nell’occasione”.