La Sicilia riconosce le coppie di fatto: sì al registro delle unioni civili

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Ispica, arriva l'ok alle unioni civili

Palazzo d’Orleans dice sì al ddl sulle unioni civili. 50 voti favorevoli, 5 contrari e 15 astenuti è il computo finale del voto in Aula.
Ma la cosa rilevante, e non solo politicamente, è che la norma – fortemente voluta dal Partito democratico, dal governatore Rosario Crocetta e osteggiata da pezzi della maggioranza, a partire dall’Udc – sia passata. E abbia trasformato la Sicilia nella seconda regione italiana, dopo la Liguria, ad aver detto sì alle coppie di fatto.

Cosa cambia ora? Le coppie di fatto siciliane, anche dello stesso sesso, potranno registrarsi in un apposito registro: un tassello in più nell’acquisizione di diritti.
In questo modo le coppie avranno diritto ad accedere a tutti i benefici in ambito sociosanitario concessi dalla Regione: dalle graduatorie per le case popolari, al bonus di povertà e a qualsiasi altra norma presente futura inserita in questo campo.

Ma c’è di più: le coppie potranno avere accesso paritario alle cartelle cliniche del compagno o della compagna in caso di ricoveri negli ospedali siciliani. “Chiunque abbia raggiunto la maggiore età può designare una persona che abbia accesso alle strutture di ricovero e cura per ogni esigenza assistenziale e psicologica del designante e a cui gli operatori delle strutture pubbliche e private socio-assistenziali devono riferirsi per tutte le comunicazioni relative al suo stato di salute“, si legge nel testo della norma.

Nel corso della seduta sono intervenuti diversi esponenti del centrodestra sollevando dubbi di costituzionalità, perché la materia non è competenza della regione Sicilia.

L’istituzione di un “registro” (che a Ragusa è già in funzione dal gennaio 2014), infatti, secondo alcuni parlamentari avrebbe potuto interferire con ambiti che sono di esclusiva competenza statale e che dunque non possono essere disciplinati da norme regionali. Dubbi rispediti al mittente dall’assessore alla Famiglia Bruno Caruso: “Se le unioni civili sono strettamente connesse ai servizi e alle competenze regionali non credo possano sorgere problemi con questo disegno di legge”.

Alla fine è prevalsa la linea dell’impianto originario, con l’approvazione – tra gli altri – dell’articolo 2 che prevede, appunto, l’istituzione di un “registro delle unioni civili” presso l’assessorato regionale alla Famiglia.