Abiti storici e ambizioni future. Piccitto vuole Donnafugata come Palazzo Pitti

11

Sono alte le ambizioni dell’Amministrazione Piccitto che stamane, presentando alla stampa pochi ma significativi pezzi della collezione di abiti d’epoca acquistata da Gabriele Arezzo di Trifiletti, ha parlato della creazione di un polo museale in grado di competere con Palazzo Pitti, di accogliere un gran numero turisti, nonché l’interesse di stilisti di fama internazionale e di studiosi da ogni parte d’Europa.

La collezione, di oltre 3000 pezzi risalenti dal 1200 al 1970 e costata alle casse di Palazzo dell’Aquila 250 mila euro, ha intanto trovato una nuova casa. Si tratta del Castello di Donnafugata, i cui bassi verranno riqualificati in maniera da accogliere al meglio mostre tematiche mentre il piano nobile ospiterà in esposizione permanete la parte di collezione risalente all’Ottocento, contestualizzata quindi agli interni tardo barocchi.

A presentare i progetti culturali imperniati sulla raccolta storica di abiti ed accessori, il sindaco Federico Piccitto, l’assessore alla Cultura Stefania Campo, lo storico del costume Giuseppe Nuccio Iacono, nonché il precedente proprietario. “Si è trattato di un acquisto lungimirante”, ha esordito il primo cittadino: “di grandissimo valore ed in grado di impreziosire la fruizione di un bene inestimabile quale è il Castello di Donnafugata. Vogliamo innescare un circolo virtuoso che incrementi l’attrattività turistica del sito, nell’ottica della destagionalizzazione. Un volano culturale per l’economia ed un patrimonio storico ed artistico che torna alla collettività”.

Come realizzare tutto questo? Nel corso della conferenza stampa è stato infatti sottolineato il grandissimo numero di pezzi, attualmente in magazzino, che dovranno essere catalogati in maniera adeguata, da mani e menti esperte quindi, in grado di ottimizzarne ogni singola peculiarità. In questo momento, lavora fianco a fianco con Stefania Campo, il professor Giuseppe Nuccio Iacono, esperto di storia del costume e d’arte. E, dalle risposte dell’assessore alla Cultura, questa collaborazione gratuita potrebbe continuare nei prossimi mesi, almeno sino alla stesura del bando attraverso il quale il Comune intenderebbe affidare l’incarico di curatore della collezione. “Sarà un impegno 365 giorni l’anno”, ha sottolineato la Campo: “perché intendiamo organizzare mostre tematiche che richiamino l’attenzione dell’ampio circuito turistico e culturale”.

La Giunta Piccitto pensa ad esternalizzare la gestione dell’intero Castello, incarico che richiede competenze e professionalità certamente non interne al personale comunale. Un iter di lungo corso, tuttavia. In vista della stagione estiva si procederà come lo scorso anno, e quindi appoggiandosi ad associazioni culturali del territorio attraverso progetti speciali, “anche avvalendosi”, ha aggiunto Stefania Campo: “dell’aiuto degli iscritti a Mi impegno a Ragusa che, solamente dietro un rimborso spese, hanno assicurato la scorsa estate aperture serali e nei fine settimana”.

Ancora da definire, infine, il budget per l’allestimento della mostra permanente e delle mostre temporanee. Chiaro invece l’intento dell’Amministrazione di inaugurare il piano nobile arricchito dai capi ed accessori della collezione Trifiletti per il mese di giugno. “Non possiamo rischiare di perdere questa occasione”.

Attorno alla collezione sale intanto l‘attenzione degli esperti del settore e degli studiosi. Nel corso della conferenza stampa si è fatto riferimento a richieste di una visita privata da parte di famosi stilisti, tra i quali dovrebbero esserci anche Dolce&Gabbana, sebbene l’assessore abbia voluto mantenere il riserbo, e di studenti di accademie nazionali ed internazionali pronti a fare tesi proprio sul costume siciliano nei secoli.

La collezione comincia dai re normanni e arriva alla stagione ottocentesca della Palermo bene, con abiti di personaggi celebri come Donna Franca Florio e la cantante Maria Malibran. C’è anche il panciotto di Vincenzo Bellini. E non mancano mantelli, sciarpe, scialli, fibbie, spille, cinture, biancheria intima, guanti, borse, 150 bastoni da passeggio, oggettistica da cosmesi e da farmacopea, binocoli da teatro: una collezione che in pratica ricostruisce la storia della Sicilia. L’insieme è illustrato attraverso un sito internet che Gabriele Arezzo di Trifiletti ha donato al Comune, insieme alle lastre per la stampa di cataloghi.