C’è il bando da 1,1 milioni di euro per la refezione scolastica a Ragusa. Ecco i requisiti

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Immagine di repertorio

Non dovrà esserci una distanza superiore ai 40 km dal luogo di preparazione del pasto, a quello del suo consumo. E ancora, come succede in questi giorni, la ditta aggiudicataria dovrà essere disposta a sottoporsi ai continui controlli che l’Amministrazione comunale vorrà effettuare durante l’anno. Questi sono alcuni dei paletti fissati dal bando per il servizio di mensa scolastica negli istituti ragusani.

Un servizio, lo ricordiamo, che si espleterà per circa 200 giorni, quelli effettivi dell’anno scolastico 2015/2016, anche se la ditta potrebbe essere chiamata da subito, dall’Amministrazione, a sopperire alle esigenze degli ultimi giorni di scuola. Sempre con lo stesso importo, e facendo partire magari un po’ più tardi il servizio ad ottobre.
I pasti in media sono 1100 al giorno, coperti per 600.000 euro dagli utenti, il ticket pagato dalle famiglie, e per il restante, 500.000 euro, dal Comune. Il costo medio di ogni pasto è di circa 4,80 euro, in cui si conteggiano non solo il cibo, è chiaro, ma anche le spese di trasporto, del personale, del mantenimento dei locali secondo i target richiesti, tutti a carico della ditta aggiudicataria.
Fondamentale, risulta dal bando, è che siano rispettate tutte le norme sulla sicurezza e qualità dei cibi, e quindi degli ambienti.

A tal proposito, nel bando si fa riferimento ad appositi ambienti separati per la preparazione, ad esempio, zone gluten free. Tre derrate al giorno dovranno essere di origine biologica, di lotta integrata e ottenute secondo disciplinari riconosciuti.
Ogni giorno, poi, dovrà essere conservato, con apposita etichettatura, una copia di quanto prodotto, in caso di eventuali controlli per episodi spiacevoli.
Si sente ancora l’eco di polemiche per presunta carne avariata e bambini con il mal di pancia. Di questi episodi, è chiaramente detto, dovrà rispondere la ditta, e potranno essere motivo di sospensione dell’affidamento da parte dell’ente.

Anche i genitori, insieme agli esperti nutrizionisti, dovranno essere ben accolti nella struttura di produzione e confezionamento: per le visite di ospiti esterni la ditta dovrà predisporre l’occorrente. Tra le novità: tre menu speciali per festività particolari, e poi i menu speciali per i bambini con intolleranze (sarà richiesto il certificato medico), o con diverse culture e religioni.
Ci sarà anche il menu in bianco, fino a 5 giorni, per i bambini che hanno problemi temporanei di salute.

Il Comune vigilerà anche sui rapporti tra la ditta e i suoi dipendenti: tutto dovrà essere chiaro, trasparente, verificabile, e i pagamenti degli stipendi certificati da apposite ricevute. Se il Comune o le scuole ne faranno richiesta, dovranno essere forniti pasti in più, in determinate giornate. Mentre la ditta sarà risarcita per il 25% solo in caso di comunicazione, lo stesso giorno, di mancato svolgimento delle lezioni, ad esempio per uno sciopero improvviso.

Ancora un punto sancito dall’inchiostro del bando nero su bianco: la ditta dovrà usare solo parmigiano reggiano e olio extra vergine d’oliva. Ci sarà la pizza una volta a settimana, e al posto della frutta in alcune giornate sono previsti yogurt e dolcini alla frutta. Tutte le variazioni al menu già redatto, specie se non comunicate per tempo, saranno grattacapi per la ditta.

Condizioni che, se da un lato sicuramente potrebbero garantire una migliore qualità del servizio, dall’altro sembrano forse un po’ troppo difficili da rispettare per chi comunque deve lavorare secondo un sistema industriale. Le famiglie aspettano fiduciose l’esito della gara.