Se l’agricoltura piange, l’autotrasporto non ride. Biagio Baglieri: “Siamo figli di nessuno”

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Che il comparto agricolo sia alla canna del gas in Sicilia, è evidente ed il grido di allarme è incessante.

Ma a colpire un comparto fin troppo vessato, pesa anche una normativa europea impietosa. È un problema che fin’ora è passato sotto gamba, ma che ha un’incidenza notevole. Parliamo della normativa relativa agli autotrasportatori che dal sud, in particolare dalla Sicilia, esportano il made in Sicily al nord.

La normativa europea, in vigore anche in Italia, prevede infatti che i conducenti di tir o mezzi pesanti che trasportano qualunque genere su al nord, sostino almeno nove ore consecutive durante il viaggio. Le pause intermedie e non continuative, non possono essere sommate. Il viaggio dei primaticci dunque, tra frutta e ortofrutticolo, diventa una autentica corsa contro il tempo, non solo per raggiungere i mercati, ma per competere con prodotti che provengono da zone più vicine ai mercati del nord.

A sollevare il problema, uno dei più grossi proprietari d’azienda di autotrasporti, il signor Biagio Baglieri che in un’intervista esclusiva a Ragusah24 ha spiegato: “Noi siamo i figli di nessuno. Per noi siciliani il primo grande problema è quello delle infrastrutture che nella nostra isola sono da quarto mondo e che rallentano e rendono difficile il raggiungimento dei traghetti. Quando finalmente si raggiunge l’imbarco per i traghetti bisogna aspettare ore ed ore per imbarcarsi e pagare. Inoltre – continua Baglieri – le ore di attesa per l’imbarco vengono conteggiate come ore di guida, in base all’articolo 174 del Codice della Strada, e così quando si passa lo stretto le ore di guida sono finite e quindi si va incontro a delle sanzioni. L’articolo 174 su citato è stato concepito in maniera del tutto errata e ciò mi è stato confermato anche da diversi politici. Più volte ho chiesto di poterlo rivedere insieme ma non ho ottenuto nessun risultato”.

Ma accanto alla denuncia, il signor Baglieri ha fatto una proposta rimasta inascoltata sebbene inviata al Presidente del Consiglio e al Ministero dei Trasporti: “La mia proposta sarebbe di fermare il traffico degli automezzi pesanti dalle 23,00 alle 6,00 del mattino tranne per gli autotrasportatori siciliani. Per noi bisognerebbe prolungare la fermata delle ore 23.00 fino allo sbarco sulla costa calabrese e quindi sfruttare le ore notturne per l’attesa del traghetto e la traversata dello stretto senza considerarle come ore di guida. Gli autotrasportatori sono dei padri di famiglia e non hanno nessuna intenzione di mettere a rischio la propria vita o quella degli altri. I nostri uomini politici si accorgono della nostra esistenza soltanto 45 giorni prima e un giorno dopo delle elezioni dopodiché si dimenticano di noi. Si ricordano di noi soltanto per quanto riguarda i nostri doveri ma non i nostri diritti. Nessuno di loro ci invita a presentare i problemi reali del nostro settore e di fare proposte per risolverli nel migliore dei modi e con cognizione di causa”.