Versalis, i lavoratori di Ragusa non ci stanno: “Gli impianti devono ripartire”

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La Prefettura chiede a Versalis informazioni dettagliate sugli eventi denunciati dal Sindacato anche in preparazione dell’incontro che, con molta probabilità, sarà convocato a breve.

C’è la contraddizione propria del paradosso nei provvedimenti che hanno decretato il blocco delle attività industriali alla Versalis di Ragusa. E i lavoratori non ci stanno. Pronti ad azioni di protesta, anche eclatanti. È quanto emerso dall’assemblea convocata oggi dalle federazioni dei chimici di CGIL, CISL e UIL, tenuta nei locali della sala conferenze dello stabilimento ragusano.

«L’impedimento all’opportunità di allacciarsi a una cabina di Enel, utile a poter iniziare i lavori di ripristino e manutenzione conservativa delle parti d’impianto coinvolte nell’incendio del 6 gennaio, un’operazione che –sottolineano le segreterie di Filctem, Femca e Uiltec territoriali- nulla ha a che vedere coi luoghi e le pendenze dell’incidente, sta accendendo gli animi tra i lavoratori. L’angoscia di poter perdere il proprio posto di lavoro, sostenuta anche dalle evoluzioni che stanno caratterizzando in negativo la vicenda, a due mesi esatti dall’accaduto, è del tutto legittima. Non riusciamo ancora a spiegare l’accanimento contro un sito industriale che ha rappresentato da sempre l’eccellenza, non solo in Eni, nell’ambito della sicurezza degli impianti e nella tutela della salute e dell’ambiente.

Il 6 gennaio non si sono registrati danni a persone e, non meno importante, l’evento che è stato circoscritto in un’area d’impianto ben protetta, non ha avuto alcun impatto di carattere ambientale se non quello intrinseco alla combustione stessa. Tutte le logiche interne alla messa in sicurezza degli impianti e al controllo dell’evento sono intervenute in automatico. La popolazione e l’ambiente circostante non hanno mai corso alcun rischio, anche perché sono andati a fuoco dei cavi all’interno delle cabine che contenevano solo quadri elettrici, tanto per far capire cosa è realmente accaduto. Solo danni alle cose d’impianto, dunque, che l’azienda, mettendo in campo anche risorse finanziarie eccezionali, ha necessità di ripristinare per uno spedito riavvio delle produzioni di polietilene. Lo stabilimento non può restare fermo ancora a lungo. La produzione è sigillo di garanzia per l’economicità del sito di Ragusa nell’asset strategico di Versalis. La Prefettura ne deve prendere atto, è a rischio la continuità industriale del sito di Ragusa. La tenuta sociale sta venendo meno. Oggi stesso, infatti, subito dopo l’assemblea, i lavoratori avrebbero voluto occupare parti sensibili della città, anche andando incontro alle oggettive sanzioni che una manifestazione spontanea e non dichiarata nei tempi e nei modi previsti dalla legge, avrebbe comportato. La tensione è, dunque, alle stelle».

Intanto è iniziata la prima settimana di cassa integrazione allo stabilimento Eni Versalis di Ragusa che coinvolge tutto l’organico, dagli operai ai quadri, per un totale mensile che solo nel mese di marzo toccherà le 6.000 ore.