Il progetto ‘Macrostigma’ presentato a Palermo dal biologo Antonino Duchi

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Ancora un’iniziativa importante per il Progetto Macrostigma, lo storico programma ibleo di salvaguardia della fauna ittica e degli ambienti delle acque interne, promosso dalla Federazione Italiana Pesca Sportiva Attività Subacquee di Ragusa e condotto in collaborazione con la Provincia (oggi Libero Consorzio comunale) di Ragusa ed il Biologo Antonino Duchi.

Una sala gremita di biologi libero professionisti, in gran parte giovani, ha infatti accolto con interesse la recente tappa palermitana dell’iniziativa nazionale ‘Biologi in Tour’ dell’Ente di Previdenza ed Assistenza a favore dei Biologi (ENPAB). In quest’ambito i professionisti sono stati aggiornati sulle iniziative a favore dei Biologi da parte di esponenti dell’ente, tra i quali la Presidentessa Tiziana Stallone.

E’ stato lo stesso professionista Antonino Duchi, all’interno della sessione ‘voci dal territorio’, ad illustrare la storia, i successi ma anche i problemi del progetto ragusano, che è stato scelto dall’ENPAB come esempio di percorso di biologia ambientale di significativo interesse.

‘Mi sono posto l’obiettivo di evidenziare come il progetto sia stato e sia ancora d’avanguardia sicuramente a livello regionale, ma anche per molti versi anche a livello nazionale, con interessanti risvolti internazionali, come testimoniano le pubblicazioni scientifiche su riviste specializzate nazionali ed internazionali’ ha dichiarato il biologo ragusano.

Partendo dal ‘caso Ragusa’ ed in particolare dai corsi d’acqua Tellesimo ed Irminio, la presentazione del progetto ha mostrato come, da due corsi d’acqua e da una singola specie (la trota macrostigma) in uno specifico territorio, si sia passati negli anni, allargando lo sguardo, a tutte le specie presenti nell’intero territorio provinciale tramite la realizzazione della Carta Ittica. Questo ha permesso di evidenziare le criticità ambientali presenti nelle acque interne iblee.

Un percorso che è stato oggetto di spunto se non addirittura di pedissequa imitazione, da parte di altre realtà pubbliche siciliane, purtroppo non sempre in modo scientificamente adeguato. E questa infatti è stata una delle criticità evidenziata dal Biologo ragusano: nella regione si aggirano ‘sedicenti esperti’ che a volte (non sempre, fortunatamente) vengono presi in considerazione da Amministrazioni pubbliche, portando a risultati non scientificamente rilevanti e conseguente spreco di denaro pubblico. Un problema che va attenzionato da parte dei rappresentanti dei Biologi.

Un’importanza significativa è stata data ad un altro grande problema: il mantenimento ed il recupero della qualità complessiva degli ambienti acquatici siciliani, di cui la fauna ittica è sentinella biologica: un problema ancora assolutamente sottovalutato e non risolto nella più grande isola mediterranea. In quest’ambito i Biologi ambientali hanno tutti i titoli per ricavarsi uno spazio significativo, e la collaborazione stratta con i pescatori sportivi può dare interessanti frutti, se ben avviata e gestita su solide basi.