‘Metti alla prova il tuo cervello’. Lo screening avviato dall’Asp

675

Il Centro di Psicogeriatria e Riabilitazione Cognitiva dell’Asp di Ragusa dà il via al progetto “Metti alla prova il tuo cervello”, un programma di prevenzione e diagnosi precoce.

Lo scopo, come spiega il dott. Salvatore Dipasquale, responsabile del progetto, è quello di «individuare le possibili forme iniziali e precoci di “Deficit Cognitivi Lievi” al fine di attuare le opportune strategie riabilitative e terapeutiche per arrestare o quantomeno rallentare l’evoluzione dei sintomi”».

Le visite si svolgeranno nei locali del Centro all’ospedale Civile – ingresso da via Ingegnere Migliorisi n.55.

Per informazioni o prenotare un appuntamento basta chiamare i seguenti numeri: 0932.600233 0932.600375.

Il “Centro di Psicogeriatria e Riabilitazione Cognitiva” è nato proprio con l’obiettivo di accogliere, con professionalità e competenza, una domanda sempre crescente di utenti che lamentano sintomi cognitivi ancora lievi sui quali, fortunatamente, si può intervenire.

Il percorso di screening, rivolto a qualsiasi fascia di età, è articolato in diverse tappe, ovvero screening neuropsicologico iniziale, eventualmente seguito da visita medica specialistica, rivalutazione neuropsicologica approfondita e monitoraggio tramite tecniche di neuroimaging.

 Il “Deficit Cognitivo Lieve” è una condizione clinica caratterizzata da una sfumata difficoltà in uno o più domini cognitivi (quali, ad esempio, memoria, attenzione o linguaggio), oggettivata attraverso i test neuropsicologici, tale però da non compromette le normali e quotidiane attività di una persona. Spesso ci si riferisce a questo status con l’acronimo inglese MCI, che significa Mild Cognitive Impairment.

Le persone con “Deficit Cognitivo Lieve” di solito incontrano qualche difficoltà a ultimare alcuni compiti complessi, che prima avevano sempre eseguito senza difficoltà, come occuparsi dei propri affari finanziari, prepararsi un pasto oppure fare la spesa. Talora necessitano di tempi più lunghi, oppure sono meno efficienti o fanno più errori rispetto al passato nelle medesime attività, pur mantenendo la loro autonomia e indipendenza. A volte manifestano essi stessi preoccupazione rispetto a questo cambiamento nella qualità delle loro performance. In alcuni casi, questi deficit possono essere riconducibili a patologie internistiche o quadri ansioso-depressivi che sono stati sottovalutati.

Poiché gli studi di letteratura indicano che una percentuale stimata tra 10-15% di pazienti con diagnosi di MCI potrebbero poi sviluppare un quadro di deterioramento cognitivo più grave, è fondamentale individuare le caratteristiche precoci e spesso visibili solo tramite accertamenti approfonditi, così da intervenire prima possibile con trattamenti specifici.

Questi trattamenti includono anche i “Training Cognitivi Individuali” che si basano sul concetto di “plasticità cerebrale”, ovvero la capacità che ha il nostro cervello di “riorganizzarsi e riadattarsi” rispetto agli eventi traumatici e stressanti, e sulla possibilità di sfruttare la cosiddetta “riserva cognitiva”, ovvero “l’abilità del cervello di improvvisare e trovare modi alternativi per completare un lavoro”. Infatti, alla stregua di una automobile potente ci consente di cambiare marcia e accelerare prontamente per superare un ostacolo, il nostro cervello è in grado di cambiare il modo di lavorare e aggiungere così risorse disponibili per affrontare le sfide.