Da quattro mesi bloccato in una nave in Cina, l’odissea di un pozzallese

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Continua da più di quattro mesi il calvario del mercantile M/N Mba Giovanni, battente bandiera italiana, fermo all’esterno del porto di Huangua nel Mar Giallo, con a bordo 6 italiani, tra cui un pozzallese.
Le istituzioni cinesi hanno offerto come porto di approdo Tianjin, che dista solo 15 miglia dalla posizione di ancoraggio della nave, al fine di procedere all’avvicendamento dei lavoratori marittimi italiani. Gli sbarcanti potrebbero tornare direttamente a casa, mentre gli imbarcanti dovrebbero maturare a terra il periodo di quarantena.
La disponibilità delle autorità cinesi è ancora in corso di validità, spetta solo agli armatori procedere operativamente.
A bordo ci sono 19 persone di equipaggio, 13 filippini e sei italiani, tra cui appunto il secondo ufficiale di macchina pozzallese.
“Mi sono sentito più volte, in questi giorni, con il Ministero degli Esteri – afferma il primo cittadino di Pozzallo – e mi hanno riferito che la situazione è monitorata e si sta operando attraverso i canali diplomatici per liberare i componenti dell’equipaggio, ma ormai tutto dipende da un accordo fra ricevitore, noleggiatore ed armatore dell’imbarcazione”.
“Non è possibile assistere inerti ad una diatriba tra privati che da mesi non riescono a trovare un accordo – prosegue il Sindaco Ammatuna – anteponendo i loro interessi economici alla salute dei loro equipaggi”.
“Il Governo italiano deve agire concretamente, magari tramite l’Ambasciata a Pechino e non soltanto per mezzo del console locale – conclude Ammatuna – per far si che al più presto tutto l’equipaggio ed in particolar modo il nostro concittadino, ormai allo stremo, possano tornare alle proprie case”.