I retroscena del “non voto”

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Cosa è accaduto nella saletta di Palazzo dell’Aquila, dove si sono riuniti i dieci consiglieri comunali appartenenti all’opposizione, durante la sospensione dei lavori d’aula? La lunga sospensione è stata dettata dall’apertura data dalla maggioranza di attribuire all’opposizione la carica di vicepresidente del Consiglio comunale. Ebbene in quella saletta è stata compiuta un’importante considerazione. Si tratta di dieci consiglieri che certamente non appartengono allo stesso schieramento politico, in quanto, in modo differente, rappresentano gli altri tre ex candidati sindaci che hanno corso per la prestigiosa poltrona del Palazzo. Compiuto questo distinguo era ovvio che non potessero avere un metro comune nell’individuazione del vicepresidente del consesso. Immaginare di conferire tale incarico a chi ha ottenuto il maggior numero di consensi, non avrebbe rappresentato la volontà di tutti. Verificare di attribuire la vicepresidenza a chi è maggiormente rappresentativo, in termini di consiglieri presenti in un gruppo, avrebbe non favorito i singoli consiglieri che rappresentano i partiti di provenienza. Ed allora come fare? C’è stato chi ha proposto di indicare una terna di nomi, in rappresentanza dei tre ex candidati sindaci che correvano. Dunque la terna doveva essere composta dal consigliere che rappresenta l’ex candidato sindaco Ciccio Barone, un altro che è espressione dell’ex candidato sindaco Franco Antoci ed infine un consigliere che fosse riconducibile all’ex candidato sindaco Giovanni Cosentini. Questo criterio è stato sostenuto dai consiglieri Maurizio Tumino del PdL, Giorgio Mirabella di “Idee per Ragusa” e da Gianluca Morando di Movimento Civico Ibleo. Ma la proposta poc’anzi formulata si è scontrata contro gli altri consiglieri dell’opposizione, ben sette che avevano, volente o nolente, lo stesso candidato sindaco, ossia Giovanni Cosentini. Nel corso del confronto c’è stato chi ha sostenuto che la vicepresidenza dovesse spettare al gruppo consiliare numericamente più rappresentativo, e in tal caso la partita sarebbe stata disputata tra il Pd e la lista Ragusa Domani, che rispettivamente hanno due consiglieri per ciascuno. Ma anche questo metodo non è andato giù. Alla fine, in mancanza di accordo e di progettualità, l’opposizione ha chiesto all’aula il rinvio del punto, a data da destinarsi. Dunque ad oggi il consiglio di Ragusa, ha il suo presidente in Giovanni Iacono che, a conti fatti, con i suoi 23 voti ha incassato la preferenza anche di tre consiglieri afferenti l’opposizione, ma non ha un vicepresidente. E non è da escludere che i tre voti in più riportati da Iacono avranno a breve un loro peso nell’elezione del vicepresidente, immaginando un accordo politico con la maggioranza, a cui inevitabilmente si dovrà ricorrere se il Consiglio vorrà dotarsi di un vicepresidente.