Mondiali 2014: finalmente un torneo da (numeri) 10

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Bistrattati, emarginati, sopportati. I numeri 10 stavano cominciando a diventare merce rara, soffocati dal calcio degli anni 2000 tutto corsa, muscoli e tiki taka.
La caduta degli Dei spagnoli e la nascita di una generazione di fenomeni che indossano il numero che da sempre contraddistingue il Campione con la “C” maiuscola ha contribuito a ripopolare i campi di questa razza in via d’estinzione.

Il Mondiale brasiliano – normale: si gioca nella terra di Pelè… – ha certificato il ritorno del 10. Niente falsi “nuove”, niente palleggiatori da centrocampo, niente esterni d’attacco.
Il Mondiale 2014 è indiscutibilmente griffato da quella doppia cifra che è sinonimo di genio e sregolatezza. Basta guardare le otto squadre che sono andate avanti.

A cominciare da Brasile – Colombia (venerdì sera ore 22.00 in Italia).
Da una parte il giocatore che sta facendo sognare un Paese, Neymar, che da solo si è preso sulle spalle una squadra tutt’altro che stellare portandola fino ai quarti. Dall’altra James Rodriguez, il vero “crack” di questi campionati. È il capocannoniere del Mondiale, autore del gol più bello visto finora e, a 23 anni, è l’uomo che ha fatto dimenticare l’assenza di Radamel Falcao, il 10 che guida la Colombia più forte della storia.

In Belgio – Argentina (sabato 5 luglio alle 18.00) si troveranno di fronte Eden Hazard e sua maestà Lionel Messi. Di Hazard, talento cristallino puro quanto la sua indisciplina tattica, Mourinho si era innamorato già l’anno scorso quando lo ha trovato al suo ritorno in casa Chelsea. Anche qua vale lo stesso discorso di Rodriguez. Hazard è il capostipite di una generazione di fenomeni che ha riportato i nipotini di Enzo Scifo nell’elite del calcio mondiale.
Di Messi cosa si può dire in aggiunta a quanto si è detto finora. Quello brasiliano è il suo mondiale, quello che lo ha sdoganato da fenomeno da club a trascinatore di una nazione. Al suo terzo impegno iridato Messi ha finalmente preso per mano l’Albiceleste mettendo in secondo piano le carenze tecniche e di gioco del resto della squadra.

Olanda – Costa Rica (sabato 5 luglio alle alle 22.00) è forse il quarto di finale con meno appeal internazionale ma sicuramente sarà sfida ricca di emozioni e colpi di classe. I numeri 10 sono sulle spalle di Wesley Snejider e Bryan Ruiz.
Snejider, più bassi che alti dall’anno magico 2010, sembra essersi ritrovato. Poche luci e tante ombre negli ultimi anni interisti e nella sua stagione al Galatasaray sembravano aver certificato l’inarrestabile declino del talento di Utrecht. Invece il mondiale ne ha rilanciato le quotazioni e se l’Olanda proverà a centrare per la seconda volta consecutiva la semifinale è merito del suo tiro che quasi a tempo scaduto ha riacciuffato il Messico agli ottavi.
Bryan Ruiz è invece un nome che stiamo cominciando a conoscere da poco. Il Fulham lo ha prestato al PSV perché non riusciva a trovargli spazio. In Olanda non ha fatto stragi però quel tanto che basta per garantirgli un posto nei 23 della Roja. Noi italiani lo abbiamo conosciuto a nostre spese grazie a quel gol che ci ha battuti clamorosamente. Stessa sorte è toccata alla Grecia negli ottavi di finale. La sua quotazione è salita alle stelle per la gioia degli inglesi che ne detengono ancora il cartellino.

Ultima sfida tra 10 è quella tra il francese Benzema ed il tedesco Podolski (Francia-Germania giocano venerdì sera alle 18.00). Una sfida “zoppa” non certo per colpa dell’attaccante del Real, quanto per il tedesco che è rimasto un talento non pienamente sbocciato del calcio europeo. Difficile immaginarne l’utilizzo dal primo minuto. Più facile immaginare il duello con Ozil, vero numero 10 “in pectore” del Bundes team.