Fermati 3 scafisti a Pozzallo al comando di due dei 4 natanti soccorsi in mare

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Tre giorni fa, una barchetta in legno e 3 gommoni tutti carichi all’inverosimile di migranti subsahariani sono salpati dalla Libia ed ognuno dei natanti aveva degli scafisti che sono in parte già stati individuati ed altri sono ancora in fase di individuazione.

Sino ad ora sono stati fermati TRAOURIE Yakob nato in MALI il 01.01.1990, TOURE Mohammed nato in Senegal il 01.01.1985 e KEITA Pape Mamadou nato in Senegal l’11.11.1981 in quanto a loro carico sono emersi gravi indizi di colpevolezza per il delitto previsto dagli artt. 416 C.P. e 12 D.Lgs.vo 25.7.1998 nr. 286, ovvero si associavano con altri soggetti presenti in Libia al fine trarne ingiusto ed ingente profitto compiendo atti diretti a procurare l’ingresso clandestino nel territorio dello Stato di cittadini extracomunitari. Il delitto è aggravato dal fatto di aver procurato l’ingresso e la permanenza illegale in Italia di più di 5 persone; perché è stato commesso da più di 3 persone in concorso tra loro; per aver procurato l’ingresso e la permanenza illegale delle persone esponendole a pericolo per la loro vita e incolumità ed inoltre per aver procurato l’ingresso e la permanenza illegale le persone sono state sottoposte a trattamento inumano e degradante.
I fermati sono ritenuti essere responsabili di aver procurato l’ingresso in Italia di complessive 164 (73+91) persone eludendo i controlli di frontiera e mettendo in serio pericolo di vita tutti i passeggeri provenienti dalla Bangladesh, Mali, Gambia, Senegal, Nigeria e Sierra Leone, molti dei quali minori anche piccolissimi.

I FATTI
1° evento SAR
Alle ore 15,00 del 16/09/2014, il Pattugliatore “Orione” della Marina Militare riceveva da COMGRUPNAV 29 la disposizione di soccorrere un’imbarcazione con circa 100 migranti a bordo totalmente sprovvista di dotazioni di sicurezza individuali e collettive e di sistemi di telecomunicazione. Alle ore 19.45 il predetto natante veniva localizzato in area SAR Maltese. Dichiarato evento SAR ( dal termine inglese search and rescue) si disponeva la distribuzione di salvagenti individuali per mezzo delle idrobarche organiche iniziando di conseguenza il trasbordo dei naufraghi alle ore 20.10 del 16.09.2014.
Dal natante sbarcavano al porto di Pozzallo 73 persone di cui 56 uomini e 17 donne ed ospitati presso il C.P.S.A. di Pozzallo (RG).

2° evento SAR
Alle ore 13.25 del 16.09.2014 il pattugliatore “Orione” della Marina Militare Italiana, associata al dispositivo navale impegnato nell’ambito dell’operazione “Mare Nostrum” a seguito di segnalazione pervenutale da Comgrupnav 29 veniva invitata a dirigersi sulle coordinate di un gommone alla deriva. Alle ore 15.00 successive l’unità navale raggiungeva le predette coordinate ricadenti nell’area SAR maltese, avvistando otticamente un gommone di colore arancione, con sovraffollamento dovuto alla presenza stimata di circa 100 persone a bordo, privi di dotazioni di sicurezza individuali. Alle successive ore 15.10 fatta una valutazione reale ed obbiettiva, del grave ed imminente pericolo per la salvaguardia della vita in mare, considerata la mancanza di dotazioni di sicurezza individuali ed collettive e di sistemi di comunicazione e di richiesta di soccorso, dichiarava evento SAR, predisponendo il recupero dei predetti migranti. Dopo aver predisposto la distribuzione di salvagente individuali per i naufraghi, personale della Marina Militare iniziava il trasbordo degli stessi a bordo della citata unità “Orione”. Alle 16.32 terminato il recupero ed il trasbordo dei naufraghi, risultati essere in numero 91 persone, di cui 82 uomini e 9 donne (di cui una incinta al III mese) di etnia sub-sahariana. Successivamente il pattugliatore “ORIONE” effettuava nuovamente un trasbordo dei soggetti recuperati sulla nave “BORSINI”, che, per inciso aveva già effettuato il recupero, a mezzo di altri natanti, di ulteriori naufraghi e successivamente quella unità Militare Italiana faceva rotta verso il porto di Pozzallo ove giungeva alle ore 08.00 circa del 18 effettuando le operazioni di trasbordo dei naufraghi sul rimorchiatore “AUGUSTEA”. Tutti i migranti venivano ospitati al C.P.S.A. di Pozzallo.

ORDINE PUBBLICO ED ASSISTENZA
Le operazioni di sbarco al porto di Pozzallo venivano coordinate dal Funzionario della Polizia di Stato della Questura di Ragusa responsabile dell’Ordine Pubblico. A tali operazioni partecipavano 30 Agenti della Polizia di Stato ed altri operatori delle Forze dell’Ordine, la Protezione Civile, la Croce Rossa Italiana ed i medici dell’A.S.P. per le prime cure.
Completate le fasi di assistenza in banchina, tutti i migranti venivano fatti salire a bordo dei pullman per il trasferimento al C.P.S.A di Pozzallo.
Una volta giunti al centro i migranti venivano sottoposti alle procedure di identificazione da parte dell’Ufficio Immigrazione della Questura e della Polizia Scientifica.
Il lavoro dell’Ufficio Immigrazione della Polizia di Stato è molto complesso e deve essere espletato in tempi ristretti così da permettere un immediato invio degli ospiti in strutture d’accoglienza.
La Polizia di Stato ha predisposto già il servizio di Ordine e Sicurezza Pubblica per la gestione di eventuali flussi migratori in arrivo considerato che numerose sono le persone soccorso in mare in queste ore.

LE INDAGINI
Gli uomini della Squadra Mobile della Questura di Ragusa e del Servizio Centrale Operativo (Direzione Centrale Anticrimine della Polizia di Stato), in collaborazione con un’aliquota della Compagnia Carabinieri di Modica e un’aliquota della Sez. Op. Nav. della Guardia di Finanza di Pozzallo, hanno dovuto fare i conti con uno sbarco che per la Polizia Giudiziaria ha comportato il quadruplo degli sforzi, considerato che bisognava indagare su 4 natanti e rispettivi scafisti.
In pratica, quando le navi soccorrono più imbarcazioni gli investigatori devono curare le indagini su tutti senza tralasciare nulla. Ogni imbarcazione ha almeno uno scafista e va trovato, deve essere individuato.
Ieri gli investigatori si sono divisi in più gruppi per effettuare le indagini e così i risultati dopo ore ed ore di indagini sono stati raggiunti, difatti in meno di 14 ore di lavoro le indagini sono state parzialmente completate ed hanno permesso di individuare lo scafista di un primo gommone e i due di un altro natante.
Questa volta la particolarità sta nel fatto che si è trattato di 3 gommoni ed una barchetta in legno partiti dalla stessa spiaggetta e si sono diretti verso le coste italiane. Le pessime condizioni dei 4 natanti hanno messo in serio pericolo di vita tutti i migranti molti dei quali bambini, ma per come riferito dai passeggeri l’importante per l’organizzazione è farli partire.
Hanno inoltre specificato che in gommone il viaggio costa meno, ma si sta scomodi ed i rischi aumentano.
Sia i migranti che gli scafisti sono tutti subsahariani e più o meno vengono dalle stesse zone.
Anche in questo caso le testimonianze sono state preziose, ci sono volute ore ma alla fine i testimoni hanno aiutato gli investigatori.

Un gruppo di Ufficiali ed Agenti di Polizia Giudiziaria una volta individuati gli scafisti hanno iniziato ad interrogarli e facendoli cadere in contraddizione più volte sono riusciti a farne confessare. Tutti e tre si sono resi conto che non aveva senso continuare a fingere e dopo un po’ hanno reso dichiarazioni autoindizianti durante l’interrogatorio in presenza dell’avvocato.
Tutti i migranti anche in questo caso sono stati fatti permanere all’interno di un capannone e li tenuti sotto la stretta vigilanza armata dei libici.
Hanno pagato 400 dollari a testa cosicchè all’organizzazione sono andati 120.000 euro con pochissime spese stante le condizioni dei gommoni fatiscenti.
Attualmente altri operatori di Polizia stanno completando le indagini sugli altri due natanti e sarà ancora più dura perché più passano le ore e più è complicato riuscire a scovare gli scafisti ma l’impegno è sempre la parola d’ordine per tutti gli uomini impegnati da anni a contrastare la criminalità straniera.

LA CATTURA
Le indagini condotte dagli investigatori durate 14 ore continuative, hanno permesso anche questa volta di sottoporre a fermo di indiziato di delitto i responsabili del reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
Al termine dell’Attività di Polizia Giudiziaria coordinata dalla Procura della Repubblica di Ragusa gli investigatori hanno catturato gli scafisti che dopo le formalità di rito e l’identificazione da parte della Polizia Scientifica sono stati condotti presso il carcere di Ragusa a disposizione dell’Autorità Giudiziaria Iblea impegnata in prima linea sul fronte immigrazione, considerato che dopo il fermo iniziano tutte le fasi processuali particolarmente complesse.

BILANCI DELLA POLIZIA GIUDIZIARIA
Sino ad oggi, solo nel 2014 sono stati arrestati 126 scafisti e sono in corso numerose attività di collaborazione con le altre Squadre Mobili siciliane della Polizia di Stato (coordinate dal Servizio Centrale Operativo della Direzione Centrale Anticrimine) al fine di permettere scambi informativi utili per gestire indagini sul traffico di migranti dalle coste del nord Africa a quelle Italiane.