Dietro le quinte del duello tra il sindaco Abbate e il PD, sul ring di Modica

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Un combattimento di rara intensità quello che – da ieri pomeriggio – si sta svolgendo sul ring della politica modicana. Diretti, ganci e pure qualche colpo sotto la cintura. Insomma, sembra non mancare nulla.
Campione in carica (detentore del titolo, che stavolta è una fascia tricolore) è il sindaco Ignazio Abbate e il guantone di sfida è stato lanciato al Pd di Modica.

In questi primi 18 mesi di legislatura Abbate – nonostante il piglio del primo cittadino – non siamo stati abituati a suoi commenti ufficiali sugli altri partiti.
Stavolta (e si tratta di una nota partita direttamente da Palazzo San Domenico, e indirizzata alla stampa) lo ha fatto, e la bordatache ha raggiunto il Pdè stata di notevole forza.

Ma facciamo un passo indietro: Abbatein più di un’occasioneè stato accostato al Pd. Circostanza mai confermata ufficialmente ma, allo stesso modo, mai esclusa da alcuni big regionali del partito. Il “corteggiamento”, poi, è passato in Consiglio Comunale durante il dibattito sul Libero Consorzio di Modica, l’estate scorsa. Ma allora non se ne fece nulla.
Adesso le parti sono decisamente più lontane, il Pd ha accolto nel suo gruppo i consiglieri Colombo e Caruso, e proprio lo stesso sindaco non ha mai digerito il “tradimento” di quest’ultimo. Tutte queste circostanze potrebbero aver influito sull’attacco di ieri.

Poco dopo l’ora del tè giunge una “riflessione del sindaco e della maggioranza consiliare”, ma quello stesso tè diventa amaro per il Partito Democratico che – qualche ora dopo – risponderà a tono.
Un Giano bifronte”: è così che Abbate apostrofa il Pd nella sua lettera, e i riflettori sono puntati sulle crisi di identità democratiche: “Nel partito”, scrive il sindaco con la sua maggioranza: “convivono due tesi: da un lato i fautori della trasformazione in un partito socialdemocratico occidentale autentico che si riconoscono nella linea di Renzi, dall’altro coloro per i quali la socialdemocrazia è un disvalore e sono fermi alla guerra fredda, al Muro (di Berlino, ndr), al Pci”.


Il Pd, che alla divinità romana proprio non vuol essere paragonato, “sperona” Abbate, così: “Abbiamo la conferma che la sua concezione della politica non si aggiorna dai tempi del Pcus sovietico. Eppure Abbate ha cominciato la sua fortuna politica all’interno del Pci”.

Il sindaco non le manda a dire ed insiste sulla “bipolarità” del partito di opposizione: “Non riusciamo a capire”, afferma, insieme alla maggioranza che lo appoggia: “come possa avere diverse idee: da un lato vanno contro i cittadini, eliminano i trasferimenti alle casse comunali, si mascherano dietro una falsa politica del risanamento”. “Dall’altro lato”, continua: “si credono una lista civica che possa fare gli interessi del territorio, andando contro le scelte nazionali e regionali del partito”.
Il casus belli quello delle trivellazioni: “A livello nazionale il Pd dice sì alle trivellazioni, in Consiglio Comunale si erge a paladino dell’ambiente manifestando un secco no”.

I Democratici modicani prima assestano qualche colpo (“un sindaco la cui visione politica non supera l’orizzonte degli altopiani di Frigintini”, ma anche “ha causato l’impoverimento dei suoi cittadini non prevedendo sgravi della Tasi così come una diminuzione delle spese inutili”), poi passano al tema ambiente: “Il nostro partito”, affermano dal Pd: “ha sempre sostenuto le ragioni della tutela del territorio, tra queste anche l’introduzione del piano paesaggistico di cui Abbate è stato fiero oppositore. Noi siamo favorevoli alle politiche nazionali e regionali portate avanti dal nostro partito, ma siamo consapevoli che le linee generali di programmazione devono essere calibrate con le esigenze territoriali”.

Finisce lì? Assolutamente no.
Passa qualche ora e Abbate torna a pungere Il Partito Democratico, e lo fa sul pagamento retroattivo dell’Imu sui terreni agricoli e il conseguente taglio dei fondi per la gestione ordinaria dei servizi comunali: “Mi complimento con la politica di Renzi”, scrive il sindaco: “questa è la vera spending review del Pd nazionale, questa è la vera rivoluzione del Pd”.

La tregua – adesso – sembra ancora lontana.