È ora di aprire una Casa dei Diritti a Ragusa. La richiesta al Comune di 500 firme

1

I cittadini chiedono formalmente all’Amministrazione Piccitto di destinare una sede al progetto della Casa dei Diritti. Sono oltre 500 le firme che sostanziano la petizione popolare ai sensi dell’articolo 8 comma 3 dello Statuto comunale e che sono state protocollate venerdì 30 gennaio a Palazzo dell’Aquila.

“La comunità ha bisogno di un luogo dove ospitare associazioni e istanze di cittadini” ha spiegato Paolo Frasca di A sinistra Ragusa, uno spazio dove coordinare tutte le attività di prevenzione e contrasto alla discriminazione di ogni genere e tipo.
Un luogo di ascolto, di dialogo e di proposta. Dove si potrà partecipare a dibattiti, conferenze, eventi sui diritti. Tante le tematiche da affrontare, a partire da lavoro, precarietà, immigrazione, pari opportunità. Immaginiamo quindi un laboratorio per produrre consapevolezza ed innovazione sociale”.

Sono diverse le associazioni che hanno fatto fronte comune per portare avanti l’iniziativa: Generazione Zero, Amnesty International, Agedo, Libera, Associazione Multietnica Uniti senza frontiere, il Coordinamento studentesco ragusano, USB e FLC-CGIL, oltre A Sinistra Ragusa.

“Dal Primo maggio dello scorso anno ad oggi” hanno detto Anna Battaglia di Agedo Ragusa e Giovanna Tarascio della FLC-CGIL “ognuno dei promotori ha portato avanti, attraverso iniziative sul territorio, questa raccolta di firme. Da oggi inizia formalmente l’iter di riconoscimento di una struttura che potrà rappresentare la Casa di tutti, a partire da chi oggi si sente discriminato”.

Nel testo di presentazione della petizione popolare protocollata stamane, vengono elencate le svariate attività che tale luogo potrebbe svolgere:

Sede di uno sportello di ascolto attivo e di prevenzione contro la violenza sulle donne. Sede di uno sportello delle seconde generazioni, riservato ai giovani figli di immigrati non ancora in possesso della cittadinanza italiana. Sede di uno sportello contro tutte le dipendenze, perché chi dipende non è libero. Sede di uno sportello delle nuove precarietà, dedicato alla tutela dei diritti dei senza casa, dei senza reddito e dei senza lavoro. Sede di uno sportello LGBT, che si occuperà dei casi di discriminazione legati all’orientamento sessuale, all’identità e all’appartenenza di genere. Sede di uno sportello dedicato alle iniziative di solidarietà sociale. Sede di uno sportello per i diritti degli studenti, per chi ha difficoltà nello studio e per chi non riesce ad acquistare i libri nuovi. Sede naturale delle associazioni che operano nel campo dell’antimafia sociale. La Casa dei diritti potrebbe diventare anche la sede di riferimento per il Registro delle Unioni Civili e per il Testamento Biologico.

“Per realizzare il tutto” conclude Simone Lo Presti di Generazione Zero: “il Comune dovrebbe solo aver la premura di destinare al progetto dei locali di proprietà dell’ente, chiusi e inutilizzati, senza destinazione d’uso, come ce ne sono tanti a Ragusa”.
Da mesi si parla dell’ex istituto professionale di piazza Carmine come sede per la casa delle associazioni iblee. “Le parole sono importanti” aggiunge Lo Presti: “noi crediamo nella Casa dei diritti proprio perché un luogo aperto alla comunità, una nuova frontiera contro il disagio e l’indifferenza gestita autonomamente da cittadini, associazioni e volontari, questo senza ovviamente nulla togliere alle altre proposte che arrivano al Comune”.

L’iter amministrativo dovrà necessariamente passare per una risposta scritta che Sindaco o assessore al ramo dovranno fornire. “In pratica dovranno dire se sono favorevoli o meno” sottolinea Paolo Frasca “motivando la decisione”.
I promotori annunciano, dopo aver fatto il primo passo istituzionale e di voler chiedere un confronto diretto con la squadra di Piccitto. Ma la Giunta stessa conferma di non essere stata contattata, fino ad oggi.
“Siamo ovviamente disponibili a visionare il progetto” ha spiegato l’assessore ai Servizi sociali Salvo Martorana: “anche perché nulla è stato ancora deliberato riguardo alla futura destinazione d’uso dei locali al Carmine. Stiamo facendo prima gli opportuni passaggi con l’ufficio tecnico, per valutare le condizioni di sicurezza dello stabile che attualmente sono carenti. Inoltre sono stati già convocati alcuni tavoli tecnici per effettuare tutti i passaggi in maniera celere”.