Fallimenti e aste giudiziarie, una soluzione dalla legge Centaro? Se ne è parlato a Modica

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Ieri vi abbiamo raccontato la triste storia di Melissa, sola e con due bimbi piccoli, che da metà luglio dovrà lasciare la sua casa di Scicli perché non è riuscita a pagare il mutuo. La sua abitazione è stata venduta con un ribasso del 70% e sono stati vani i tentativi di ricomprarla e i rinvii dello sfratto.

Ma sono tante le famiglie in provincia di Ragusa che vivono questo dramma. I numeri in questo senso sono paurosi. 1089 le aste giudiziarie di vendita immobili o terreni previste per i prossimi mesi nella provincia iblea. Un numero esorbitante che dovrebbe far riflettere sul grave problema diventato una vera e propria emergenza sociale.

E in uno scenario così demoralizzante e preoccupante si accende una lieve speranza relativa alla possibilità di usufruire del decreto che prevede la sospensione d’ufficio dell’esecuzione forzata per eccessivo ribasso del prezzo di vendita. E’ il caso di Vincenzo Di Giacomo, il primo in provincia di Ragusa ad aver usufruito del provvedimento, come lui stesso ci ha raccontato ieri paradossalmente fuori dall’abitazione di Melissa che invece purtroppo non potrà fruire dei benefici di questo provvedimento.

Sull’argomento, di grande attualità, si è tenuto in questi giorni a Modica un convegno sul sovraindebitamento, organizzato dal locale Lions Club. Un incontro proprio per presentare alcuni casi a Ragusa di sospensione delle procedure esecutive immobiliari a coloro che hanno fatto ricorso alla legge Centaro, la numero 3 del 2012. Al convegno è intervenuto proprio Roberto Centaro, ex senatore ed autore, nella scorsa legislatura, della 3/2012 a sostegno degli indebitati non fallibili.

Ma cos’è la legge 3 del 2012? E’ una nuova opportunità che ancora non ha trovato ampia applicazione in Italia e nella sostanza permette il cosiddetto “fallimento familiare“. Se una famiglia non riesce a far fronte ai suoi debiti, un giudice può decretarne il “fallimento”, seguendo l’iter normativo previsto. Grazie a questa legge è stato possibile elaborare dei piani su misura del consumatore nell’ambito di famiglie che per motivi gravi (perdita del posto di lavoro, la morte di un percettore di reddito, una grave malattia o altre situazioni di difficoltà non colpevole) pur volendo far fronte agli obblighi di debito maturati, non possono pagare tutto il dovuto a cui sono tenuti. Il giudice può, una volta accertate tutte queste condizioni, imporre ai creditori un abbattimento del debito a fronte di un pagamento di una parte del totale come nuovo impegno del debitore.